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Il futuro di Capocotta contro l’abbandono temporaneo: le proposte di cittadini e politica

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L’abusivismo a Capocotta (dove si trovano i famosi Cancelli di Ostia) ha le ore contate, ma con la fine di esso si profilano dei rischi. Il 31 ottobre scorso, infatti, è scaduta l’autorizzazione transitoria con cui il X Municipio affidava ai gestori dei chioschi l’assistenza alla balneazione, la pulizia ed il controllo delle spiagge tra Ostia e Pomezia ed ora le strutture devono essere svuotate e smantellate.

Così dopo i vari scandali degli mesi, tutto dovrebbe concludersi entro la fine di novembre.

Ora la volontà, più volte espressa dall’amministrazione municipale e capitolina, è quella di indire un bando pubblico europeo per rimettere in gara le concessioni (legittimamente in conformità alla direttiva U.E. Bolkestein) e probabilmente concedere ai nuovi gestori solo strutture di facile rimozione aperte per metà anno.

Ma cosa ne sarà delle spiagge fino a che i tempi della burocrazia non si saranno sbloccati e nei mesi invernali?

LA LETTERA DI LEGAMBIENTE ALL’AMMINISTRAZIONE

Legambiente, con la sottoscrizione di frequentatori delle spiagge, ha inviato una lettera alla Sindaca di Roma Virginia Raggi, al Prefetto di Roma Paola Basilone, alla Commissione Straordinaria X Municipio, al prefetto Domenico Vulpiani e al Direttore Municipio X l’Architetto Cinzia Esposito.

“Non ci risulta- è scritto nella lettera– che, ad oggi, siano state avviate le procedure necessarie per la predisposizione di una gara pubblica, che l’Amministrazione comunale avrebbe dovuto indire, già agli inizi del 2015, per effettuare nuove assegnazioni”.

E si aggiunge: “Di conseguenza, in assenza di provvedimenti urgenti, un’area vasta e fragile rimarrà esposta a tutti i rischi derivanti da una sorveglianza insufficiente o del tutto assente e Capocotta tornerà ad essere, in poco tempo e per un periodo indefinito, un luogo degradato, privo di sicurezza e di servizi per i suoi frequentatori”

La loro proposta, quindi, è di “avviare con celerità le attività necessarie alla pubblicazione di un bando e consentire agli ex gestori di proseguire a garantire l’attività di presidio ed i servizi forniti in questi anni, fino all’espletamento della gara“.

GLI ALTRI PARERI

Il problema c’è ed è serio, ma non tutti tra società civile e opposizioni al Movimento 5 Stelle la pensano allo stesso modo. Per Andrea Schiavone, l’ingegnere presidente di LabUr recentemente finito all’onor di cronaca per aver denunciato all’Anac (ottenendo parere favorevole) una concessione balneare, la soluzione ideale è un’altra.

“Capocotta, che fa parte della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano- sostiene ai nostri microfoni- è un’anomalia rispetto alle altre spiagge. Non dipende dal Municipio ma dal Comune, è oasi naturalistica, ma ha più abusi delle altre (compresi quelli di Legambiente) e dovrebbe essere il punto di riferimento per l’area naturale marina protetta delle secche di Tor Paterno (gestita dalla Regione). Nulla di tutto ciò. Va azzerato tutto e ristabilita la sua piena destinazione originale. Via ogni servizio di spiaggia e solo oasi naturalistica”.

Similmente, anche se in maniera meno esplicita, sembra pensarla Sinistra Italiana.

“La spiaggia di Capocotta- ci ha detto il coordinatore locale Marco Possanzini– è un bene pubblico donato dal Presidente Saragat ai romani nel 1965 con l’esplicito <obbligo di vigilare affinché venga impedita la costruzione abusiva di qualunque tipo di fabbricato anche a carattere provvisorio>. Un patrimonio come Capocotta deve essere tutelato, promosso, curato e non certo abbandonato al degrado in quanto apripista a forme di dismissione del patrimonio pubblico a vantaggio di possibili speculazioni private. Abbiamo già corso questo rischio e non vogliamo tornare indietro nel tempo. Capocotta è un bene pubblico e tale deve rimanere. L’Amministrazione Comunale e Municipale si attivi per garantire sicurezza, valorizzazione, promozione, cura, oltre al rispetto della legge, di uno dei patrimoni di Roma Capitale”.

Per CasaPound, invece, va mantenuta la situazione attuale e la volontà dell’amministrazione nasconde irregolarità.

CasaPound- dichiara la coordinatrice Carlotta Chiaraluce- ha denunciato più volte il fatto che le amministrazioni di Roma, prima il PD oggi il M5S, hanno interessi economici sul litorale Romano ben precisi. Soprattutto nei confronti dei gestori dei chioschi di Castel Porziano c’é stato un vero accanimento politico e mediatico, prima con Marino e portato avanti dalla giunta Raggi. Il risultato di questo accanimento è stato che questa estate il mare pubblico di Roma è stato lasciato al degrado e senza offrire alcun servizio. Eravamo presenti noi quando questa estate la polizia municipale, capitanata da Di Maggio, pretendeva di fare multe e mettere sigilli senza pezzi di carta. Per fortuna grazie all’opposizione nostra e dei gestori dei chioschi il pericolo di abusi da parte della polizia di Roma capitale in quella occasione è stata fermata, ma di fatto i gestori sono stati tartassati e gli è stato impedito di lavorare anche nella stagione estiva. Noi riteniamo che la reale volontà politica sia quella di voler togliere i chioschi, l’amministrazione romana ha la volontà di destinarli ad altre persone e associazioni più vicine all’amministrazione precedente e a quella attuale”.

 

 

 

 

 

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