Per l’ufficialità si aspetta ancora l’esito ufficiale del test del Dna, ma i familiari e le autorità, che ora hanno compiuto le necessarie ispezioni, sono convinti che il cadavere trovato qualche giorno fa nei pressi di una campeggio della pineta di Ostia sia l’81enne goriziano Mario Grusovin, da anni residente a Casal Palocco. Il corpo, sprovvisto di documenti ed in stato avanzato di decomposizione, era però già stato riconosciuto dal figlio Massimo.
L’uomo, ex pilota di Alitalia e malato di Alzheimer, era scomparso il 6 settembre scorso, dopo aver lasciato l’ospedale “G. B. Grassi” che lo teneva in cura. L’ultima ripresa delle telecamere della struttura lo inquadrava alle 17.35 mentre ne usciva. Alle 18 Massimo, arrivato per la consueta visita, non lo aveva rinvenuto nella sua camera ed aveva iniziato a cercarlo con il personale medico, ma il padre non aveva portato con sé il cellulare rendendo impossibile una localizzazione immediata.
Subito dopo le forze dell’ordine, intervenute, avevano utilizzato i cani molecolari, in grado di fiutare una persona anche a distanza di giorni dal suo passaggio, ma questi li avevano portati fino ad una stazione della metropolitana e poi più nulla.
La famiglia (tra l’altro molto nota a Gorizia visto che la moglie di Mario, Imperia de Rocco, era figlia dello storico maestro di scuola locale Celestino) si era a quel punto rivolta al programma di Rai3 “Chi l’ha visto?” in cui era stata trasmessa la foto dell’uomo insieme ad una serie di informazioni utili per riconoscerlo.
Dalle analisi seguite al rinvenimento del cadavere sembrerebbe che le cause del decesso siano naturali, ma cosa sia successo di preciso nel corso di questo mese non è chiaro e la vicenda è ancora in parte oscura.