Sulla collocazione a Tor Maggiore di un nuovo impianto per il trattamento dei rifiuti organici è polemica tra l’amministrazione comunale di Pomezia e le associazioni che, da sempre, difendono il territorio.
A esprimere disappunto su quanto affermato dal sindaco Fabio Fucci e dal consigliere Renzo Mercanti il Comitato di Quartiere Roma 2, l’Associazione Latium Vetus e il comitato No Biogas Pomezia.
“E’ un quadro sconsolante quello che esce dalle risposte del Sindaco di Pomezia indirizzate al CdQ Roma 2 e alle associazioni riunite nel “No Biogas Pomezia” in protesta contro il progetto presentato nel 2012 dalla Cogea S.r.l. che prevede la realizzazione di una centrale in località Tor Maggiore – Roma 2 per la lavorazione di 60.000 tonnellate/anno di rifiuti organici (quantitativo enorme pari a circa un quarto della frazione umida prodotta in tutta Roma), il cui iter autorizzativo ha subito una notevole accelerazione in queste ultime settimane – hanno dichiarato i rappresentanti dei comitati e delle associazioni – I cittadini di Roma 2 e Santa Palomba e le associazioni di Pomezia, in ogni occasione utile, hanno rappresentato all’amministrazione comunale le loro preoccupazioni sullo stato della sicurezza nel sito industriale dove dovrebbe sorgere il nuovo impianto e hanno presentato le loro proposte. Non è chiaro come la popolazione venga informata sui comportamenti da tenere in caso di incidente, non è chiaro in che modo verranno attuati i piani di emergenza esterni, non si capisce dove dovrebbero passare e collocarsi i mezzi di soccorso nella considerazione che vi è un’unica via di accesso all’area in questione”.
“In questo scenario opaco di disinformazione e mancata applicazione di esplicite previsioni normative in materia di sicurezza pubblica qual è il documento R.I.R., prescritto dalla legge per evidenziare le incompatibilità con gli impianti a Rischio di Incidente Rilevante, la cui elaborazione è stata demandata dal Comune di Pomezia ad una ditta privata oltre un anno fa senza che a tutt’oggi si abbia cognizione dei tempi certi di consegna del documento, si va a collocare il progetto Cogea – proseguono da comitati e associazioni – L’invito (almeno in apparenza) raccolto dal Sindaco in occasione della manifestazione in loco, di procedere insieme ai cittadini nella lotta a questo scempio per il nostro territorio si è a breve tramutato, permetteteci una sintesi estrema del concetto, in un ‘noi faremo il possibile, se poi l’impianto verrà realizzato sarà colpa della Regione Lazio’ ”.
La vicenda appare, oltre che preoccupante, presa anche un po’ alla leggera, almeno da quanto risulta leggendo il commento fatto dall’ex presidente del consiglio comunale Renzo Mercanti, ripreso dal presidente del comitato di quartiere Roma2 Simone Lucidi.
“Questo atteggiamento – spiegano quindi CdQ e associazioni – non tranquillizza i cittadini e sicuramente non aiuta leggere sui social network che un autorevole membro del consiglio comunale qual è il Sig. Renzo Mercanti, scriva al Presidente del CdQ Roma2, citiamo testualmente, “se cercavi di proteggere la tua casa non la compravi a ridosso di un’area industriale”. In che mani siamo?” Per quanto attiene la proposta di vincolo indiretto sui terreni limitrofi al sito di Tor Maggiore, presentata nel Settembre 2015 da ben 27 associazioni di Pomezia, che a detta del Sindaco sarebbe stata accolta dal Comune che si accingerebbe a valutare l’introduzione del vincolo indiretto nell’ambito del Piano Regolatore Generale che verrà approvato prossimamente,
vorremo precisare che a breve non verrà “approvato il Piaro Regolatore” ma solamente il documento preliminare di indirizzo del suddetto piano, a cui dovrà seguire la fase di raccolta delle osservazioni, l’approvazione delle controdeduzioni e infine l’approvazione ad opera della Regione Lazio e che le tempistiche per questo complesso iter non potranno essere inferiori a circa due anni (tempo sufficiente per far addirittura entrare in esercizio l’impianto Cogea!). Le associazioni infatti proponevano al Comune di dare forza in consiglio comunale alla proposta di vincolo indiretto ai sensi degli artt. 45 e 46 del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Tale proposta, da indirizzare alla Soprintendenza alle Belle Arti, è cosa ben diversa e con effetti e tempi diversi rispetto alla “soluzione” adottata dal Comune. Cosa c’entra il Piano regolatore generale? Il piano regolatore è il documento che regola la vita urbanistica di ogni comune e non ha nulla a che vedere con i vincoli indiretti sui beni culturali! L’urbanistica è una cosa, la tutela dei beni culturali è un’altra cosa ed ha un iter amministrativo diverso!”
“Invitiamo quindi il sindaco e la sua maggioranza – concludono le associazioni e il CdQ – a rivedere le loro posizioni e a dare vita ad un confronto autentico che accolga le competenze e l’esperienza dei CdQ e delle associazioni e che porti a vincere la battaglia contro un progetto industriale osteggiato dai cittadini e che condannerà un settore importante del nostro comune, a ridosso di un monumento storico come Tor Maggiore, a luogo di lavorazione di migliaia di tonnellate di rifiuti. Il CdQ Roma 2, l’Associazione Latium Vetus e le altre associazioni continueranno la battaglia contro quelle che loro reputano essere le inaccettabili criticità dell’impianto a difesa della salute dei cittadini e della tutela del territorio di Pomezia, e continueranno a tenere alta l’attenzione sull’iter autorizzato”.