Tre misteri: un atroce omicidio di un prete scomodo a capo di un comitato per la difesa del territorio, uno strano traffico di camion pieni di rifiuti e una misteriosa scomparsa di una escort dell’Est che tutti conoscono ma di cui nessuno sa nulla davvero.
Inizia così il nuovo romanzo di Gian Luca Campagna, “Finis Terrae” (Oltre edizioni), noir intenso e bruciante fin dalle prime pagine, ambientato in una immaginaria città del sud Pontino che non sarà difficile riconoscere. Un racconto che è si snoda attraverso tante storie di personaggi, che sono tanti e tutti scolpiti dalle parole dell’autore in modo perfetto, protagonisti che incroceranno i loro destini e le loro miserie umane proprio cercando le risposte a quei tre enigmi tragici che si narrano all’inizio. Difficile indicare un protagonista centrale in questo bellissimo romanzo, il lettore con naturalezza si calerà nei panni di uno dei tanti “attori” in scena che sono raccontati con pennellate emozionali prima robuste e poi delicate come a definirne i contorni, scoprendo lati narrativi di una profondità spiazzante e sorprendente per chi legge, che inizia la lettura pensando di aver tra le mani un semplice thriller, scoprendo quasi subito di aver tra le mani un romanzo a tutto tondo, un orologio di parole scandite con precisione e grande maturità letteraria.
E tra i tanti personaggi c’è il giornalista disilluso, che ha amato la sua donna e la sua terra e che da tutte e due è stato tradito e che comprende che trovando la soluzione a quei tre misteri può trovare la pace interiore che, per ora, trova soltanto nel Rum; c’è l’ex portiere di calcio che ha sposato la figlia di un ricco agricoltore della zona che lo ha messo a libro paga e che lo considera solo una figurina Panini sbiadita; c’è l’ex cecchino serbo da cui tutti prendono le distanze ma che poi tutti cercano per risolvere quelle cose che non si confessano neanche a se stessi. Ma questi sono solo alcuni dei tanti uomini e delle tante donne narrate, tutti straordinariamente intrecciati tra loro in uno sciame umano dove miserie e nobiltà si fronteggiano, si equivalgono e forse in questa lotta senza esclusione di colpi soccombono entrambe.
Gian Luca Campagna scrive con una prosa agile ed abile, che affascina e attanaglia fin da subito avvolgendo il lettore che, siamo certi, difficilmente potrà separarsi dalla lettura prima di aver sfogliato l’ultima pagina. Agli uomini e alle donne di questo scorcio di Agro Pontino l’autore non fa sconti, sono loro, questi personaggi raccontati così bene la causa dei mali di questa ex palude l’Italia che nata come giardino agricolo del Paese è stata spesso aggredita corrosa e inquinata. Ecco, leggendo oltre le righe di questo splendido romanzo noir scopriremo senza neanche troppi filtri l’amore di Campagna per la sua terra e il suo grido di dolore per il dissesto attuale che come giornalista lui conosce e che così bene arriva tra le righe del libro.
Un romanzo da non perdere, perla rara che regala molto di più di una fugace suspense da libro giallo e che ci costringerà, specie a chi di questo territorio condivide aria, acqua e cibo, a osservare e osservarci con più attenzione e rispetto verso questa “Finis Terrae” del basso Lazio, così bella eppure così brutalmente masticata nella sua purezza dallo sfruttamento industriale e (a)morale.
Mauro Valentini
(Nella foto l’autore Gian Luca Campagna)
Finis Terrae: l’Agro Pontino si tinge di nero
Pubblicato il
di