Dopo lo sgombero d’inizio luglio a Ponte Marconi, gli accampamenti nomadi tornano sotto la struttura e ai margini del Tevere
Gli accampamenti rom non lasciano la zona del Ponte Marconi. Dopo lo sgombero d’inizio luglio, sembrerebbe che gli abusivi starebbero provando nuovamente a occupare l’area sulle sponde del fiume Tevere. Una situazione di degrado che va avanti da diversi anni oramai, in una vicenda che ha portato alla totale esasperazione dei residenti che abitano tra l’VIII e l’XI Municipio di Roma Capitale.
Gli insediamenti abusivi tornano sotto Ponte Marconi
La situazione è segnalata dal consigliere Marco Palma, eletto nelle fila di Fratelli d’Italia in XI Municipio. L’eletto ha scritto in queste ore una nuova PEC alla Polizia Locale di Roma Capitale e l’Ufficio del sindaco Roberto Gualtieri, considerato come l’area aveva visto lo sgombero degli abusivi proprio una settimana fa. La mancanza di controllo in un’area vissutissima come Viale Guglielmi Marconi, però, avrebbe consentito il ritorno dei nomadi a pochi giorni di distanza dall’azione dei vigili urbani e l’Ama.
Nuovi intoppi per il parco d’affaccio sul Tevere nell’XI Municipio
Rimane una situazione complessa, soprattutto per i progetti di Roma Capitale. Gli accampamenti si sarebbero situati tra il Ponte dell’Industria, il Lungotevere di Pietra Papa e il Lungotevere Vittorio Gassman. La zona infatti dovrebbe vedere una forte riqualificazione, considerato come dovrà ospitare un parco d’affaccio sul Tevere in vista dell’imminente Giubileo di dicembre 2024. Un episodio che però potrebbe rallentare ulteriormente l’installazione della struttura urbana in riva al fiume.
Il consigliere Palma, nella lettera inviata agli Enti capitolini e regionali, ha sottolineato come serva un nuovo intervento celere della Polizia Locale. Questo per rimuovere i primi accampamenti abusivi che sono tornati nella zona in riva al fiume Tevere, che potrebbero già drasticamente aumentare nei prossimi giorni. La palla ora passa nelle competenze del Comune di Roma, che dovrà operare nel tentativo di mettere in sicurezza l’area e soprattutto evitare che simili occupazioni riaccadano nel prossimo futuro.