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Baby calciatore ucciso da una malattia a 14 anni: il mondo del pallone piange Roberto Pannozzo

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Roberto Pannozzo

Roberto Pannozzo ha perso la sua battaglia con la grave malattia: il giovane calciatore era malato di tumore

Roberto Pannozzo
Morto di tumore il calciatore 14enne Roberto Pannozzo – Ilcorrieredellacitta.com

Non ce l’ha fatta Roberto Pannozzo. Il baby calciatore, di appena 14 anni, lottava da diverso tempo con un tumore. La malattia è risultata fatale, peggiorando le sue condizioni di salute negli ultimi giorni e comportando il decesso, avvenuto in queste ore. Tanti i messaggi di cordoglio per il ragazzo, con post su Facebook che nelle scorse ore sono stati pubblicati dalla famiglia e l’associazione sportiva dove giocava. 

La morte del baby calciatore Roberto Pannozzo

Come spiega Leggo, sognava di diventare un calciatore professionista Roberto, come i grandi campioni che hanno calcato i campi della Serie A e magari vestire la maglia Azzurra della nostra Nazionale. Il sogno del 14enne si arresta nel modo più drammatico, con la malattia che purtroppo l’ha portato via in età troppo giovane. Il ragazzo viveva a Teglio Veneto, piccolissimo Comune nella Provincia di Venezia: i primi a piangere la scomparsa sono stati i compagni di squadra, gli amici più stretti dell’adolescente e quelli con cui scendeva in campo la domenica mattina per le partite del settore giovanile. 

L’annuncio su Facebook

Roberto Pannozzo ha perso la battaglia con il cancro ieri sera, quando si è spento dopo un peggioramento delle condizioni fisiche per complicazioni. Ad annunciare la morte del proprio giocatore, in primis la squadra dove svolgeva attività agonistica: il Comote, club dove il ragazzo indossava orgogliosamente la maglia. 

A piangerlo anche la famiglia: oltre a lasciare la mamma e il papà, Roberto lascia un fratellino più piccolo. Le società calcistiche attorno al Progetto CoMoTe, unitamente hanno voluto portare la propria vicinanza alla famiglia del giovane. Ragazzo che, con i giovani del 2009, si era distinto come giocatore talentuoso e soprattutto disciplinato: primo a entrare agli allenamenti e mettersi a disposizione dell’allenatore, ultimo a lasciare il campo per esercitarsi sul lato tecnico. Un ragazzo che, alla memoria di tutti, è stato un esempio per i coetanei nel vivere il calcio. 

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