L’Italia invia un altro pacchetto di aiuti all’Ucraina: 140 milioni di euro per iniziare la ricostruzione del Paese
L’Italia non volte le spalle all’Ucraina. Un nuovo sforzo economico italiano verso gli ucraini è avvenuto in concomitanza alla Conferenza per la ricostruzione dello stato ucraino, dove Antonio Tajani ha annunciato la nuova manovra. Il pacchetto d’aiuti si stima sui 140 milioni di euro: soldi che il presidente Volodymyr Zelens’kyj dovrà utilizzare per iniziare i lavori legati al potenziamento delle proprie infrastrutture e la ricostruzione del Paese.
Il pacchetto di aiuti dell’Italia all’Ucraina
Con l’ennesimo pacchetto di aiuti, i contributi dell’Italia all’Ucraina ammontano a circa 2 miliardi e 146 milioni di euro. Almeno in questa tranche, i soldi non vedranno uno sfondo militare. Zelens’kyj dovrà curare la ricostruzione del Paese con quei fondi. Come spiega Agi, si parla dell’apertura di nuove infrastrutture, il potenziamento delle strutture sanitarie, fondi per le attività umanitarie, l’incremento dell’agricoltura e le operazioni di sminamento sul territorio nazionale. Inoltre, l’Italia si sarebbe mostrata disponibile a contribuire alla ricostruzione della Cattedrale della Trasfigurazione di Odessa: per l’opera architettonica, il nostro Paese verserà 45 milioni di euro.
L’Italia ha inviato anche armamenti all’Ucraina?
Il discorso è caduto anche sulla scena militare, dove Antonio Tajani sembra seguire le linee del Parlamento Europee: l’Italia continuerà a inviare armamenti all’Ucraina. Dal nostro Paese, arriverà una batteria di Samp T: sistemi missilistici terra-aria, che verranno messi a disposizione dell’esercito ucraino.
Il tema del rifornimento militare dell’Ucraina, almeno al Parlamento italiano e nella maggioranza, rischia di aprire una crepa. Soprattutto con l’area della Lega di Matteo Salvini e Roberto Vannacci, che anche ieri sera hanno ribadito la necessità di trovare una soluzione di pace tra la Russia e lo Stato di Zelens’kyj. Situazione degli armamenti allo Stato ucraino perseguita anche da Giorgia Meloni, che vede nella manovra duplici vantaggi: l’apertura di un dialogo con il Partito Popolare Europeo, ma soprattutto la possibilità di diventare un volto di spicco all’interno del quadro atlantico.