Pomeriggio movimentato sul Grande Raccordo Anulare e sulla Pontina teatro di un rocambolesco inseguimento con tanto di doppio incidente. In fuga, tallonato dai Carabinieri, un furgone che è poi risultato rubato.
Ha provato un incidente sul Raccordo poi, alla vista, dei Carabinieri, è fuggito via. Protagonista dell’episodio il conducente di un furgone – che risulterà in seguito rubato – che lo scorso pomeriggio ha seminato il caos prima lungo il GRA e poi sulla Pontina. Ad intercettarlo, notando le sue manovre pericolose all’altezza dell’uscita 26 sulla corsia esterna e l’alta velocità con cui procedeva, una pattuglia dei Militari della stazione di Roma Tor Bella Monaca di rientro da un altro servizio.
L’incidente sul GRA e la fuga verso la Pontina
Nel corso della marcia peraltro, il furgone ha anche tamponato tre veicoli e, quando i Carabinieri lo hanno raggiunto intimandogli l’alt, il conducente ha tentato di eludere il controllo dandosi alla fuga. L’uomo alla guida ha quindi imboccato la via Pontina dove ha però perso il controllo del mezzo impattando contro la vegetazione ai margini della strada. Questo secondo incidente, di fatto, ha rappresentato per il fuggitivo la fine delle sue speranze di farla franca.
Nonostante il tentativo ulteriore di allontanarsi a piedi i Carabinieri lo hanno infatti raggiunto e bloccato. Dagli accertamenti è emerso che il furgone come detto era stato rubato: il mezzo, secondo quanto ricostruito, era stato denunciato nei giorni precedenti presso la Stazione Carabinieri di Roma Centocelle. Terminate le formalità di rito l’uomo è stato infine arrestato. Ora deve rispondere di ricettazione e resistenza a Pubblico Ufficiale.
Il precedente
L’inseguimento andato in scena su due delle principali arterie della Capitale non è stato tuttavia l’unico in queste ultime ore. Stamani infatti vi abbiamo riportato la notizia di un altro “testa a testa” degno di un film andato in scena in questo caso sulla Tiburtina: un noto pluripregiudicato della zona ha cercato di seminare le forze dell’ordine sfrecciando – anche contromano – per circa 15 km, prima di essere raggiunto e arrestato.
