Aveva subito abusi sessuali, rimanendo in silenzio per paura di perdere il posto di lavoro e soprattutto il permesso di soggiorno. Una 40enne straniera ha vissuto nel terrore subendo le attenzioni morbose del suo datore di lavoro, per due anni. D’altra parte lui non era una persona qualunque, ma un avvocato 72enne, che la minacciava, qualora avesse parlato, di farle revocare il permesso di soggiorno, grazie ai suoi rapporti professionali.
Il silenzio della donna
La situazione aveva indotto la donna, impiegata come colf in casa del professionista romano, a restare zitta e subire i palpeggiamenti e, in alcune occasioni, anche i rapporti orali che l’uomo le imponeva, come riporta Il Corriere. Era terrorizzata che i suoi sforzi per raggiungere l’Italia si vanificassero e, allo stesso tempo, viveva spaventata dalle attenzioni che l’uomo le riservava.
L’arrivo in Italia e l’assunzione che diventa un incubo
Nel 2017, appena arrivata nel nostro Paese, aveva cercato un lavoro come collaboratrice domestica e alla fine era stata assunta. Un risultato importante per una straniera che, però, si è presto trasformato in un incubo. L’uomo non ha esitato ad approfittare della situazione costringendo la colf a subire i suoi atteggiamenti molesti.
Gli abusi andati avanti per due anni
Nonostante lo stato di prostrazione e paura che quella situazione le provocava, la 40enne era ancora più intimorita all’idea di perdere tutto quello per cui si era sacrificata e di essere rimpatriata. Ha, perciò, resistito a quegli abusi sessuali per due anni, fino al momento in cui proprio non ce l’ha fatta più e ha deciso di denunciare.
La decisione del giudice
Per l’avvocato 72enne sono scattate le indagini e poi il processo, e nonostante fino all’ultimo, all’udienza di ieri, si sia professato innocente, il giudice capitolino ha pronunciato nei suoi confronti sentenza di condanna a 6 anni di carcere per violenza sessuale.