Due cuccioli di volpe sono stati trovati in fin di vita su Monte dell’Artemisio, un gruppo montuoso dei Colli Albani situato nel territorio di Velletri, nei Castelli Romani. A essersi imbattuto nei due animaletti di pochi giorni di vita è stato Marco Serangeli, un cittadino che stava passeggiando sul sentiero.
L’uomo ha subito dato l’allarme ai Guardaparco
L’uomo ha capito subito che la situazione era grave, in quanto i due piccoli erano molto trascurati e ricoperti di parassiti, non c’era traccia della madre e le condizioni erano tali che i piccoli sarebbero morti di lì a breve. Nonostante l’orario, circa le 20 della sera, l’uomo ha contattato immediatamente i Guardaparco che sono accorsi sul posto. La tenerezza suscitata dai due cuccioli malmessi, insieme al senso del dovere hanno fatto il resto.
Le prime cure
I cuccioli sono stati portati dal veterinario Roberto Scarcella, a Velletri (RM), che si è reso disponibile a curarli immediatamente in attesa di poterli consegnare a un Centro specializzato e, mentre quest’ultimo prestava le cure di primo soccorso, i Guardiaparco sono andati ad acquistare il latte di capra per nutrire i piccoli, che versavano in uno stato di forte debilitazione.
Il mattino successivo i due volpacchiotti sono stati condotti presso il Centro di Recupero per la Fauna Selvatica della Lipu di Roma, dove il personale specializzato li ha presi in custodia per le cure necessarie al recupero.
Che caratteristiche ha la volpe
La notizia è stata diffusa dal Parco regionale dei Castelli Romani che ha fornito anche ulteriori dettagli sulla volpe. È un mammifero carnivoro appartenente alla famiglia dei Canidi. Può pesare dai 4 agli 11 chilogrammi, le sue caratteristiche sono la lunga e folta coda e il colore del mantello fulvo. È una specie con una notevole capacità di adattamento, facile da avvistare nel territorio del Parco, ma non solo, in quanto si avvicina anche in ambiente urbano.
I cuccioli
La stagione di riproduzione della volpe è l’inverno, e il numero dei cuccioli varia da 1 a 4. Alla nascita sono ciechi e coperti di un mantello lanoso di colore dal bruno al grigio con una macchia bianca sul petto ed all’estremità della coda. Durante il primo mese di vita vengono nutriti con il latte materno, ma la loro dieta viene integrata con piccoli bocconi di carne che vengono rigurgitati dagli adulti. I cuccioli rimangono nella tana per circa 4 o 5 settimane ma continuano ad essere allattati per altrettante settimane. In autunno i giovani diventano indipendenti e si allontanano dalla madre.
La speranza che i cucciolotti riescano a salvarsi
“Una storia che, ci auspichiamo, volga ad un lieto fine, per la dedizione di quanti hanno prestato i soccorsi ma, soprattutto, per donare una prospettiva di vita futura ai due cuccioli, all’interno del loro ambiente naturale. Cogliamo l’occasione per raccomandare a tutti – dichiarano dall’Ente parco – di fare molta attenzione prima di prelevare cuccioli di fauna selvatica, in quanto non è sempre facile distinguere tra una situazione di abbandono reale o presunto, o magari di difficoltà. I cuccioli escono presto dalla tana per imparare a cavarsela da soli, quando li vediamo da soli non significa che sono stati abbandonati, la madre è spesso nascosta nelle vicinanze per controllare le loro mosse, lasciandoli liberi di esplorare l’ambiente circostante. In questo caso toccare i cuccioli sarebbe controproducente, in quanto l’adulto avvertendo l’odore dell’uomo, potrebbe non riconoscere più i piccoli e abbandonarli sul serio, mettendo a repentaglio la loro vita”.