“Scambiarono la meningite col mal di testa”, così morì Valeria Fioravanti a Roma: chiesto il processo per tre medici.
Sono finite le indagini sulle morte di Valeria Fioravanti. La Procura di Roma ha avuto modo di analizzare e indagare attentamente sul caso, trovando numerosi indizi riguardo l’episodio di malasanità avvenuto nella Capitale. Nel dossier dei magistrati si parla esplicitamente di un errore dei sanitari dovuto alla superficialità, che portarono a scambiare la presenza della meningite con il mal di testa. Una vicenda che, secondo l’accusa della Procura, ruoterebbe attorno alla responsabilità di tre medici.
Le indagini della Procura sulla morte di Valeria Fioravanti
Valeria Fioravanti aveva 27 anni quando morì, dopo una meningite fulminante che non venne scoperta e trattata per tempo. Tutto ciò nonostante la ragazza fu visitata da diverse strutture sanitarie, che nei vari casi non individuarono mai l’infiammazione celebrale e tantomeno aprirono ad accertamenti più approfonditi sul piano neurologico.
Alla fine delle indagini sul caso di decesso della ragazza, la Procura della Repubblica ha chiesto il processo per tre medici: uno del Policlinico Casilino e due camici bianchi dell’Ospedale San Giovanni. Secondo la Procura, attorno alla storia di Valeria si celerebbe un gigantesco caso di malasanità locale: i medici sottovalutarono il quadro clinico della 27enne, non compiendo nemmeno le valutazioni neurologiche approfondite per costatare lo stato di salute della giovane.
Il processo ai tre medici di Roma
Per capire se i medici saranno processati, bisognerà attendere il giudizio del Giudice dell’Udienza Preliminare (GUP): la decisione sarà comunicata il prossimo 27 giugno. Difficile che non si cerchi la verità sulla vicenda, ben conoscendo anche la storia legata agli ultimi giorni.
Il 25 dicembre 2022, Valeria entra per la prima volta in ospedale poiché deve rimuovere un ascesso. Tornerà in ospedale il 29 dicembre, questa volta al Policlinico Casilino, lamentando nausea e una fortissima cefalea. La situazione si aggrava all’inizio di gennaio 2023 quando nella giornata del 4 viene portata al San Giovanni per forti dolori su tutto il corpo. Lì i medici individuano la presenza della meningite, con la ragazza che però entra in coma per lo stato avanzato dell’infiammazione: un’agonia che, dopo il trasferimento disperato in un’altra struttura attrezzata di Roma, la farà morire nella giornata del 10 gennaio.