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Roma, rinviato lo sfratto di un’anziana col Parkinson. Asia Usb: “I più poveri ostaggio dell’Inps”

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Case Inps via Calpurnio Fiamma

Da mesi l’Inps intima alla donna, soggetto fragile e in attesa di essere regolarizzata, di lasciare il locale.

Anziana con le mani sul volto
La donna, 71enne e malata di Parkinson, attende dal 2014 che l’Inps accetti la sua domanda di regolarizzazione  – Ilcorrieredellacitta.com

 

L’ombra degli sfratti sulle case Inps di Cinecittà è stato rinviato a luglio, ma per un’anziana di 71 anni il timore di perdere la casa è ancora dietro l’angolo. La donna, residente a Roma in via Calpurnio Fiamma 148, da gennaio 2024 convive col timore di poter finire in strada e, di mese in mese, l’Inps rinnova l’avviso pubblico di sfratto. L’ultimo era previsto questa mattina, martedì 14 maggio, ma un presidio di cittadini, guidati da Asia-Usb (Associazione Inquilini e abitanti), si è mobilitata dalle ore 8 nel quartiere per chiedere solidarietà nei confronti dell’anziana.

Anziana, col Parkinson e con 500 euro di pensione al mese. Asia-Usb: “Inps le chiede un canone a 600 euro”

“E’ inaccettabile che l’Inps continui a eseguire gli sfratti quando a Roma è stato approvato e finanziato un piano casa che prevede la tutela delle famiglie impossibilitate all’acquisto degli alloggi in dismissione”.

A luglio 2023 l’Assemblea capitolina ha approvato infatti il cosiddetto “Piano casa” per dare “risposte ai disagi abitativi, aumentando il numero degli alloggi popolari con l’acquisizione di nuove abitazioni”, sosteneva allora la presidente Svetlana Celli. Di fatto, la 71enne a rischio sfratto attende dal 2014 che sia regolarizzata la sua posizione abitativa nelle casa Inps di Cinecittà, dove vive tutt’oggi. L’anziana signora vive con una pensione minima e ha accumulato una morosità a causa dell’aumento del canone di affitto richiesto dall’Inps, portato a 600 euro mensili quando la sua pensione è di appena 500 euro. Oltre all’età e alla condizione economica, la donna è affetta da Parkinson, rendendola a tutti gli effetti un soggetto fragile.

“Asia-Usb e il Comitato inquilini Inps denunciano l’atteggiamento incomprensibile di un Ente pubblico preposto all’assistenza sociale, che sta contribuendo ad alimentare la guerra contro i poveri e contro chi vive situazioni socialmente critiche: malati, anziani, precari”, sostengono i manifestanti. Il presidio civico ha permesso, così come fu a gennaio con rinvio ad aprile 2024, di poter posticipare il probabile sfratto al prossimo 3 luglio. Per la donna, però, è solo un sospiro di sollievo temporaneo.

Roma capitale degli sfratti: “Uno stillicidio”

“I segnali che arrivano dall’Inps sono preoccupanti”, proseguono i comitati per il diritto abitativo, “Uno stillicidio di sfratti con richiesta della forza pubblica verso le situazioni sociali più gravi, le quali a stragrande maggioranza rientrano nella copertura prevista dalle norme approvate dal Parlamento nel 2014”.

Secondo gli attivisti, il Governo Meloni avrebbe agito negli ultimi anni con un pugno di ferro. Stando ai dati del ministero dell’Interno, nel 2022 l’emergenza casa in Italia è tornata ai livelli precedenti la pandemia: al primo posto, per numero di sfratti, c’è proprio Roma con 2.784 interventi. Secondo la segretaria del sindacato “Unione inquilini”, Silvia Paoluzzi, nel 2023 si sono visti “gli effetti dell’eliminazione dei sussidi tra cui il Reddito di cittadinanza che interveniva anche a supporto del contributo all’affitto”: solo lo scorso anno sono stati notificati 6.486 provvedimenti, contro 6.591 richieste di esecuzione pervenute. Numeri che corrispondono a un incremento del 200% rispetto al 2021.

“Questo atteggiamento si spiega solo in chiave politica”, sostiene Asia-Usb, “Il governo Meloni, che ha sostituito a propria somiglianza la dirigenza Inps, vuole mettere in difficoltà l’Amministrazione di Roma Capitale per fini politici e con queste finalità usa come ostaggi le famiglie più povere. La scelta dell’Istituto di previdenza sociale di procedere con decine di sfratti degli inquilini più deboli, ai quali doveva essere applicata la regolarizzazione contrattuale in attuazione di una norma di legge del 2014, risulta ancora più inquietante” – prosegue l’associazione – “è rivolta in particolare contro la città di Roma, se si considera l’approvazione del piano casa di Roma Capitale, che prevede l’intervento del Comune a tutela di questi casi”.

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