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Uccise i suoceri con l’ascia, la perizia conferma: “Fulvio Baule capace di intendere e volere”

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I risultati della perizia sono stati illustrati questa mattina in aula dallo psichiatra Paolo Milia, durante il processo a carico del 41enne di Ploaghe, accusato dell’omicidio dei suoceri, Basilio Saladdino e Liliana Mancusa, e del tentato omicidio della sua ex moglie, Ilaria Saladdino. 

carabinieri
La perizia su Fulvio Baule – Ilcorrieredellacittà.com

 

L’imputato avrebbe compreso il suo gesto, e la gravità di quanto commesso, manifestando sentimenti di tristezza quando pensa ai figli, che vorrebbe un giorno rivedere. 

Fulvio Baule giudicato capace di intendere e di volere

La perizia fornita dallo psichiatra Paolo Milia riguardo la salute mentale di Fulvio Baule, imputato per l’omicidio dei suoceri e il tentato omicidio della sua ex moglie, è stata esposta questa mattina al cospetto dei giudici della Corte d’assise di Sassari. Secondo il professionista, Baule è una persona sana di mente e capace di intendere e volere al momento dei fatti e al momento attuale. La relazione esclude la possibilità che il reato per cui Baule è processato sia stato commesso in un contesto di malattia tale da influenzare la sua capacità di intendere e di volere. Inoltre, l’imputato ha dimostrato di comprendere le conseguenze del suo gesto. Tuttavia, manifesta anche sentimenti di tristezza e abbattimento quando pensa ai figli, verso i quali coltiva la speranza di rivederli un giorno. 

La sera del 26 febbraio 2022, Fulvio Baule uccise con l’ascia i suoceri Basilio Saladdino e Liliana Mancusa, e ferì gravemente la ex moglie Ilaria Saladdino, rimasta oltre un anno in ospedale. Il massacro sotto gli occhi dei figli piccoli di Baule e Saladdino, davanti alla casa di famiglia, in via Principessa Giovanna a Porto Torres.

“Mio suocero mi ha parlato male e sono impazzito. È lui che mi è saltato addosso” riferì l’imputato nell’immediatezza dei fatti. 

Cosa rischia l’imputato

Le possibili conseguenze per l’imputato dipenderanno dalla decisione della Corte d’assise di Sassari. Se i giudici riterranno che il 41enne sia colpevole dei reati che gli vengono contestati, potrebbe essere condannato a una pena detentiva, la cui durata dipenderà dalle circostanze specifiche del caso.

Nel caso in cui un imputato venga ritenuto colpevole, ma incapace di intendere e volere al momento del reato, la Corte può applicare una misura di sicurezza. Questa potrebbe comportare l’internamento in una struttura psichiatrica o altre restrizioni.

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