In Italia impazza la febbre da BTP Valore, giunta alla quarta edizione, quella del mese di maggio in corso. Anche in questo caso la richiesta, spiegano gli esperti di Finanza, è stata altissima: ma cosa sono? E perché tanti stanno decidendo di investire in questo modo?
Il fenomeno BTP Valore non sembra avere battute di arresto. La campagna del Ministero, anche criticata per via dei suoi toni eccessivamente “ottimistici” – secondo alcuni analisti – oggi è arrivata alla sua quarta edizione e c’è da fare i conti con una realtà che ci dice come gli italiani stiano apprezzando questa forma di investimento. E anche parecchio. Basti pensare che nel primo giorno del nuovo collocamento (il 6 maggio) sono stati superati i 2 miliardi di euro di ordini e gli esperti stimano un’adesione complessiva che potrebbe oscillare tra i 10 e i 15 miliardi. A marzo, lo ricordiamo, l’emissione aveva raggiunto richieste per oltre 18 miliardi.
Cosa sono i BTP Valore e perché sono così richiesti
BTP Valore è una sigla che identifica i “buoni del tesoro poliennali”. Ovvero titoli – in questo caso obbligazioni – che emette lo Stato per finanziare la spesa pubblica. Il termine “poliennali” rappresenta la durata del contratto, cioè la durata dell’obbligazione, e prevede il pagamento di cedole rappresentanti gli interessi periodici prima della scadenza.
In buona sostanza, sintetizzando l’argomento (che resta comunque complesso), è come se lo Stato ricevesse una sorta di prestito avendo subito un Capitale immediato da gestire vendendo per l’appunto questi titoli – che possono essere poi rinegoziati più volte – impegnandosi a restituire un importo maggiore alla scadenza fissata. Nel caso dei BTP Valore di maggio 2024 le cedole vengono elargite trimestralmente fino al 2030.
Gli interessi dei BTP Valore, quanto si guadagna?
Ad ingolosire gli investitori sono soprattutto i tassi e il meccanismo progressivo con i quali questi ultimi tenderanno a salire più si manterrà in essere l’obbligazione: si tratta del 3.35% per i primi tre anni, e del 3,9% per i successivi. Non solo. Chi terrà il titolo fino alla scadenza – fissata in questo caso per il 14 maggio 2030 (dunque sei anni, ndr) – si vedrà riconosciuto un ulteriore 0,8%, che rappresenta il cosiddetto premio fedeltà. Si tratta del più alto tasso corrisposto per questa tipologia di titoli, spiegano gli esperti di Milano Finanza.
Come si comprano e a quanto ammonta la tassazione
Rispondiamo ora ad altre domande che potrebbero sorgere, soprattutto se non si è vicini al mondo della finanza. Quanto sono tassati i BTP Valore? E dove si possono comprare? Rispondendo alla prima domanda, la tassazione è quella classica dei titoli di Stato, precisano da MF, pari al 12,5%. Per il collocamento invece sono state selezionate dal MEF (Ministero Economia e delle Finanze) le banche dealer Intesa San Paolo e Unicredit mentre quali co-dealer Banca Akros (Banco Bpm) e Banca Stella. Per acquistarli si può procedere attraverso il proprio home banking (qualora abilitato al trading online) o rivolgersi presso il proprio consulente bancario. Ricordiamo che per i BTP Valore di maggio 2024 questi ultimi si potranno acquistare fino a venerdì 10 maggio.
Pro e contro dei BTP Valore
Gli esperti concordano di non concentrarsi esclusivamente sui vantaggi, apparentemente molto allettanti, rappresentati dai tassi di interesse. Per questo è sempre bene rivolgersi ad un consulente di fiducia che saprà sicuramente consigliarci la scelta migliore per noi. Certo: è indubbio che i BTP Valore abbiano un basso rischio di investimento, siano facilmente accessibili e abbiano rendimenti stabili e prevedibili. Inoltre, in caso di vendita prima della scadenza, garantiscono una protezione maggiore del capitale rispetto ai tradizionali BTP.
Sul fronte del rendimento tuttavia, serve ricordare che i BTP non offrono interessi composti, dato che le cedole vengono pagate di volta in volta e l’interesse guadagnato non si somma all’investimento fatto. In secondo luogo c’è da considerare il rischio di mercato – con il prezzo del BTP Valore che potrebbe mutare – e il rischio dell’emittente, ovvero (ipotesi remota in questo momento per l’Italia ma chiaramente va sempre tenuta sullo sfondo) che lo Stato non sia poi più in grado di pagare gli interessi e di restituire il Capitale prestato.
“E’ tutto oro ciò che luccica?” No
Infine, una doverosa precisazione. Al netto di pro e contro (come qualunque forma di investimento) il consiglio è quello di avere una visione equilibrata e soprattutto consapevole dell’operazione che si vuole intraprendere. Scordiamoci, ad esempio, l’idea di avere un alto rendimento, specie nell’immediato, se non a fronte di investimenti iniziali cospicui, il che non è sempre così scontato, anzi. E’ opportuno ricordarlo soprattutto se pensiamo alla pubblicità fatta attorno ai BTP Valore, con i famosi pensionati che investivano nel titolo e partivano per una crociera: a questo link – a titolo indicativo – trovate un utile simulatore per capire, sulla base della cifra iniziale, quanto si può effettivamente incassare (al netto della tassazione che comunque lo Stato richiede indietro). Qui invece potete trovare il comunicato stampa del MEF.