False sponsorizzazioni per frodare il fisco, scandalo a Latina e provincia nel Lazio. A fare la scoperta sono stati i Militari della Guardia di Finanza: nel mirino i rapporti tra alcune società dilettantistiche del mondo dello sport e aziende. In questo modo venivano evase le imposte ed “evitati” altri obblighi di legge. Oltre 100 i soggetti coinvolti.
Un articolato sistema di frode messo in piedi da parte di numerosi imprenditori, prevalentemente operanti nell’area del sud-pontino, basato su sistematiche fatturazioni di fittizie sponsorizzazioni. C’è questo alla base di una complessa indagine di polizia giudiziaria, svolta dai Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Latina su delega della Procura della Repubblica di Latina – dott. Giuseppe Miliano, che ha coinvolto 114 soggetti tra aziende della zona e Associazioni Sportive Dilettantistiche di svariate discipline. Un giro da 17 milioni di euro sul quale adesso le fiamme gialle hanno alzato il velo.
Frodi con le sponsorizzazioni nel sud pontino: le indagini della Guardia di Finanza
Le indagini, secondo l’ormai consolidato approccio trasversale del Corpo, sono consistite oltre che in riscontri contabili nell’ambito delle tradizionali ispezioni tributarie, anche in mirate indagini di polizia giudiziaria ed investigazioni economico-finanziarie, che hanno permesso di ricostruire nel complesso false fatturazioni con lo scopo di ottenere – per ingenti importi – non solo l’evasione di IVA. e imposte dirette, ma anche la sottrazione agli obblighi contributivi e previdenziali.
In particolare, l’attività, condotta dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Fondi, ha coinvolto 114 soggetti tra aziende della zona e Associazioni Sportive Dilettantistiche di svariate discipline (calcio, tennis da tavolo, basket, sci, pallavolo, pallamano e ciclismo) dislocate in tutto il territorio della provincia di Latina, le quali, secondo l’ipotesi investigativa, avrebbero fatto ricorso all’utilizzo di “false fatturazioni” per documentare costi fittizi con la finalità, per le imprese commerciali, di abbattere l’utile di esercizio (in alcuni casi generando persino delle perdite), mentre per le associazioni sportive di sfruttare il regime agevolativo della Legge 289/2002 per autofinanziarsi pagando le imposte soltanto sul 3% della totalità dei loro ricavi commerciali e versando l’I.V.A. nella misura 50% sulle operazioni imponibili.
Le finte sponsorizzazioni
Dalle prime ricostruzioni dei fatti le associazioni sportive avrebbero sottoscritto contratti con le imprese sponsor impegnandosi all’affissione di striscioni pubblicitari presso i vari campi/strutture di gioco e sulle divise dei giocatori/atleti in occasione di eventi sportivi o mai avvenuti oppure senza alcun impatto mediatico o proiezione esterna. Oltre a questo, che è il filone principale, ulteriori irregolarità sono state ipotizzate a seguito dell’esame della contabilità di alcune società sponsor, con riferimento a diverse fatture relative sia ad acquisti di materie prime provenienti da società esistenti solo sulla carta, “totalmente destrutturate per risorse umane e materiali, sovente domiciliate in luoghi o indirizzi inesistenti, sia alla somministrazione illecita di manodopera da parte di società create al solo scopo di assorbire gli oneri contributivi e previdenziali che altrimenti sarebbero ricaduti in capo alle imprese principali”.
Oltre 100 persone deferite, partiti i primi sequestri preventivi
Sulla base degli elementi raccolti, il Giudice per le Indagini preliminari presso il Tribunale di Latina, su richiesta della Sostituto Procuratore della Repubblica – Dott. Giuseppe MILIANO, ha disposto nei confronti di alcuni degli indagati il sequestro preventivo finalizzato alla confisca, diretto e nella forma per “equivalente”, di denaro e beni pari al valore dell’imposta evasa per un ammontare di oltre 400 mila euro.
Ferma restando la presunzione di innocenza sino alla definizione dell’iter processuale, sono state deferite all’A.G. n. 114 persone per le ipotesi di reato di cui agli articoli 2 (Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti) e 8 (Emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti) del D.Lgs. n. 74/2000; per alcuni dei soggetti è stata anche ipotizzata la condotta del c.d. “autoriciclaggio”, di cui all’art. 648 ter del C.P., con riguardo al reimpiego del denaro e/o delle disponibilità finanziarie provenienti dall’attività illecita.