Tutti noi, chi prima, chi dopo, ci interroghiamo su quanti contributi abbiamo versato nel corso della nostra carriera lavorativa. Un’informazione fondamentale da conoscere soprattutto se si è prossimi ad andare in pensione: la verità è però che difficilmente il contribuente ha contezza di quanto ha messo da parte negli anni. In questa pratica guida vediamo allora come “rimediare”.
Quanti contributi avrò versato fino ad oggi? Quanti me ne mancano per andare in pensione? Sono queste alcune delle domande ricorrenti che sentiamo spesso pronunciare da chi, dopo anni e anni di lavoro, attende l’agognato pensionamento. Dai contributi previdenziali accantonati dipendono infatti i termini per accedere ai trattamenti economici spettanti a coloro che smettono di lavorare. Ma anche, in concreto, l’importo stesso della pensione che si andrà percepire. C’è un modo tuttavia per avere sempre sotto mano i conteggi della propria posizione nei confronti dell’INPS. Vediamo in che modo.
Conoscere i contributi versati: cosa sapere
Ci sono innanzitutto alcuni fattori che incidono sul calcolo dei contributi. Si tratta di informazioni preliminari che è indispensabile conoscere ai fini dell’argomento. La prima, può sembrare scontato ma non lo è, è sapere quale ente sta gestendo la nostra posizione contributiva. Si tratta della cosiddetta gestione previdenziale di appartenenza dalla quale dipende l’applicazione della relativa aliquota contributiva stabilita per legge; in secondo luogo ad incidere è lo stipendio percepito – sicuramente il dato più facile da conoscere (almeno per gli anni recenti) – su cui andrà per l’appunto ad applicare l’aliquota.
Possedendo queste due informazioni è possibile, numeri alla mano, farsi un’idea non solo di quanto abbiamo versato in termini di contributi negli anni ma anche calcolare la cifra che, grossomodo, andremo a percepire una volta terminato di lavorare.
Sintetizzando infatti, sulla base delle aliquote stabilite dalla gestione previdenziale di ciascun lavoratore, è possibile arrivare ad una stima del trattamento pensionistico che si potrà andare a prendere; il calcolo è il seguente: bisogna applicare l’aliquota corrispondente al reddito imponibile previdenziale, ovvero lo stipendio lordo, imposte comprese. In questo modo avremo una prima fotografia di quanto avremo accantonato nel tempo.
Le aliquote di computo INPS
Vediamo adesso, in questo breve inciso, quali sono le principali aliquote denominate “di computo INPS” che si applicano per l’appunto agli emolumenti percepiti in base alla gestione previdenziale di appartenenza:
- 33% – Lavoratori dipendenti
- 33% – Collaboratori (e figure assimilate) Gestione separata
- 25% – Lavoratori autonomi gestione separata
- 24% oppure 12% (nel caso di già pensionati over 65) – Artigiani, commercianti, agricoli autonomi
- 24% – Soggetti già titolari di pensione e con un’altra tutela pensionistica obbligatoria iscritti alla gestione separata
Come conoscere i contributi versati per la pensione: l’importo esatto
Al netto di quanto analizzato, in base alla propria gestione di appartenenza, è possibile, calcolatrice alla mano, farsi un’idea come detto di quanto è stato versato in termini di contributi pensionistici nel tempo. Ipotizzando ad esempio uno stipendio mensile da 1.400 euro (lordo) per un lavoratore dipendente, a fine anno i contributi versati ammonteranno all’incirca a 5.544 euro. Questo stabilirà di fatto l’importo futuro della pensione, considerando ovviamente le leggi in vigore per accedervi. Tuttavia, è opportuno precisare, che si tratta soltanto di una stima: l’esatto importo dei contributi versati infatti è conosciuto soltanto dall’INPS.
Come richiederlo
Bisogna pertanto avanzare richiesta all’Ente per avere il quadro preciso al “centesimo” di quanto abbiamo versato nel corso dell’intera carriera lavorativa. Per farlo esistono vari servizi ai quali si può accedere dallo stesso portale INPS loggandosi con le proprie credenziali: si può ad esempio richiedere il proprio estratto conto contributivo, oppure utilizzare la funzione “la mia pensione futura” che ci restituirà uno scenario pensionistico previsionale – anche sulla possibile data di fine lavoro – sulla base di età, storico lavorativo e stipendio/reddito percepito. In alternativa la medesima richiesta può essere avanzata ai CAF o ai patronati abilitati.