L’uomo ha avuto un malore mentre stava medicando un paziente a Monterotondo.
Non ce l’ha fatta Roberto Campigotto, l’operatore del 118 scomparso prematuramente nella giornata di ieri, sabato 20 aprile, mentre era in servizio. L’uomo ha avuto un malore mentre stava soccorrendo un altro paziente. Trasportato d’urgenza all’ospedale di Monterotondo, alle porte di Roma, è venuto a mancare per un infarto fulminante. Una situazione che ha sconvolto l’intera comunità medica e dei colleghi, che si sono stretti intorno alla memoria di Roberto Campigotto, sollevando diverse riflessioni sull’episodio.
Morto un operatore del 118 mentre era in servizio
Campigotto, originario di Sacrofano, si trovava nella giornata di sabato 20 aprile in servizio per un cambio turno. Al momento del malore stava prestando servizio a Monterotondo ed era intervenuto per soccorrere un uomo che aveva appena avuto un arresto cardiaco. Nonostante la presenza di un’ambulanza e un’automedica, già sul posto per medicare il paziente, i soccorsi non sono bastati, tanto da richiedere il supporto di altre due ambulanze e del medico rianimatore dell’elisoccorso per intervenire sull’operatore del 118 in presa a un infarto.
Salute Lazio: “Contraddistinto da dedizione e spirito di servizio”
A poche ore dalla tragica notizia, è arrivato anche il cordoglio della Salute Lazio, direttamente dalla pagina dedicata alle comunicazioni sanitarie: “Il servizio sanitario regionale si stringe al dolore della famiglia, degli amici e della comunità aziendale di Roberto, autista soccorritore di Ares 118 venuto a mancare prematuramente mentre svolgeva il proprio lavoro con la dedizione e lo spirito di servizio che lo hanno sempre contraddistinto. Non smetteremo mai di ringraziare tutti gli operatori che ogni giorno salvano vite umane grazie al loro impegno e che oggi sono state colpite da un grave lutto di cui è partecipe l’intera Regione Lazio”.
Parole di solidarietà anche da Ares 118, che ha commentato via Facebook dicendo che si “raccoglie intorno alla famiglia e agli amici del nostro collega Roberto, prematuramente scomparso durante lo svolgimento del proprio lavoro. Professionista stimato e ben voluto da tutti i colleghi, Roberto era un autista soccorritore che metteva tutta la sua dedizione e professionalità a servizio del prossimo, ricevendo più volte encomi da parte delle persone soccorse. Questa tragedia deve ricordare a ogni cittadino del Lazio quanta dedizione e quanto sacrificio gli operatori sanitari di Ares 118 mettono quotidianamente nel proprio lavoro, che è quello di salvare la vita degli altri. Un lavoro pieno di difficoltà che a volte non è compreso fino in fondo e che molto spesso viene dato per scontato, ma che è un patrimonio comune della collettività. Alla famiglia ed agli amici di Roberto vanno le nostre più sentite condoglianze”.
Le parole del sindacato: “Aumento di lavoro insostenibile”
Sul caso sono intervenuti anche Alessandro Saulini, segretario NurSind ARES 118, e Mario Balzanelli, presidente nazionale del Sis 118, che hanno posto l’attenzione sul grado di stress e affaticamento nel reparto sanitario. “Questo è il momento del lutto e ci stringiamo vicino alla famiglia. Ma questa tragedia impone un momento di riflessione”, ha scritto Saulini, “Come sindacato da tempo denunciano un aumento di carico di lavoro insostenibile, sia il peggioramento per la quantità e qualità di interventi, sia per le condizioni di lavoro a cui il personale è sottoposto. Troppo spesso si lavora solo in due anziché in tre. Roberto, come dicono tutti, era un collega valido. Lo ricorderemo sempre”.
“Roberto è deceduto in seguito ad arresto cardiaco improvviso insorto mentre era impegnato a tentare di salvare la vita di un uomo con la rianimazione cardiopolmonare”, è intervenuto Balzanelli, “Faccio le condoglianze alla famiglia e vicinanza ai colleghi, da parte mia e di tutto il Sis 118″.