Siamo soliti leggere titoli sensazionalistici soprattutto per quanto riguarda le pensioni. Un escamotage per attirare l’attenzione dei pensionati che vengono spinti a leggere per cercare la fortunata novità che li aspetta: un aumento dell’assegno o qualche bonus. Aspettative che troppo spesso vengono disattese.
Quali novità
Purtroppo per quanto riguarda le pensioni di maggio non sono attese buone notizie. Una piccola fetta di interessati deve ancora percepire gli aumenti previsti a partire dal 2024 e solo per loro è in arrivo un aumento. Una cerchia davvero stretta di persone, quindi. Per tutti gli altri non solo niente di nuovo, ma anche qualche piccolo inconveniente.
Gli inconvenienti previsti per le pensioni di maggio
Tra i vari contrattempi annunciati c’è il ritardo di un giorno sul pagamento delle pensioni, d’altro canto il 1 maggio è giorno festivo, quindi, l’erogazione delle somme slitta al 2 maggio. Ma a parte questo annuncio prevedibile, visto che il primo giorno del prossimo mese cade la festa dei lavoratori, ci sono anche altre fastidiose notizie.
Sono, infatti, previste le ritenute mensili Irpef, alle addizionali regionali e comunali in saldo per lo scorso anno e per il 2024, invece, solo quelle riservate ai Comuni. Mentre, tutti coloro che si aspettavano un assegno più corposo, avranno una brutta sorpresa. Non sono previsti aumenti. Seppure è stato annunciato un assegno più cospicuo per il 2024, i calcoli relativi sono stati già effettuati e non ne sono previsti altri al momento.
Le prime novità importanti attese per luglio e agosto
Bisognerà aspettare, per gli aventi diritto, luglio, per percepire la quattordicesima e agosto per i rimborsi Irpef. Per ora sono queste due le date che i pensionati devono aspettare per sperare in un incremento dell’assegno. Nel mese di maggio tutto sarà come al solito, con la scocciatura di poter percepire i soldi giovedì 2 maggio invece che mercoledì 1 maggio.
Gli aumenti sono scattati all’inizio del 2024
D’altro canto gli aumenti annunciati sono già scattati tra gennaio e febbraio scorsi. Le modifiche hanno previsto: una rivalutazione degli assegni, un’ulteriore rivalutazione, definita ‘straordinaria’, per coloro che percepivano un importo inferiore al trattamento minimo e una diminuzione delle imposte.