Tenta di aprire da Poste Italiane una PostePay con documenti falsi dell’Italia e la Romania: arrestato senza fissa dimora a Tivoli.
Aveva tentato di aprire un conto PostePay, ma con documenti che erano falsi. Il fatto è accaduto nelle scorse ore a Tivoli, dove un senza fissa dimora ha provato a ottenere la famosa carta prepagata di Poste Italiane. Essendo straniero, è stato dimostrato come aveva falsificato i propri documenti, mostrando a Poste Italiane delle carte d’identità di due Paesi dell’Unione Europea: Stati dove lui comunque, nella realtà dei fatti, non era cittadino.
Tenta di aprire una PostePay con documenti falsi
La vicenda ha portato all’arresto di un cittadino straniero, originario della Moldavia. L’uomo si era presentato all’Ufficio Postale di Tivoli con due documenti d’identità falsi, che lo presentavano come cittadino italiano e rumeno. La vicenda si è sviluppata all’interno dei locali postali di piazza Queva, con i dipendenti dell’attività postale che si sono insospettiti davanti alle documentazioni presentate dall’uomo.
I controlli sulle carte d’identità
Avvertiti i Carabinieri dell’episodio, sono avvenuti dei controlli approfonditi sulle documentazioni d’identità presentate dall’uomo. Grazie a una collaborazione con il Comune di Rocca di Papa e l’Ambasciata di Romania, è risultato come entrambi i documenti dell’uomo fossero stati falsificati. Una scoperta avvenuta sia per l’analisi tecnica dei fogli documentali, ma anche con una seguente verifica nei database dello Stato italiano e rumeno.
L’arresto dell’uomo e le ipotesi dietro la vicenda
I Carabinieri hanno arrestato l’uomo in flagranza di reato, con la collaborazione della Procura della Repubblica. I documenti analizzati, inoltre, sono stati posti sotto sequestro. Al momento l’uomo risulta in stato di arresti domiciliari, in attesa di essere ascoltato dal giudice.
Secondo la pista d’indagine seguita dai militari, la contraffazione dei documenti e la creazione di PostePay attraverso queste generalità vedrebbe un preciso obiettivo: i malintenzionati metterebbero in pratica un’azione di riciclaggio del denaro, pulendo paradossalmente quello guadagnato illecitamente attraverso le truffe online. Un sistema a cui anche il cittadino moldavo potrebbe far parte.