Tra i simboli di Roma più iconici della sua antichità, amati per la loro storia ma odiati, purtroppo, anche per i disagi alla viabilità. Come e quando sono nati i sampietrini?
Parliamo i sampietrini, piccole tessere di leucitite che rivestono le strade del Centro storico di Roma e di San Pietro. La maggior parte dei romani si sarà abituata alla loro esistenza, ma i turisti e gli appassionati di storia antica li considerano un lascito eccezionale, perché parlano della cultura imperiale che è sopravvissuta oggi fino a noi.
Cosa sono i “sampietrini”?
I sampietrini sono dei blocchetti di leucitite utilizzata per la realizzazione del lastricato stradale a Roma e nel Vaticano. Furono utilizzati per la prima volta alla fine del ‘500 ma è nel ‘700 che se ne vide una loro larga espansione in tutta la Capitale, passando per le sue antiche vie fino ad arrivare a San Pietro. Gran parte della piazza antistante alla Basilica di San Pietro è rivestita di questi blocchetti e proprio per questo motivo oggi prendo il nome di “sampietrini” o “sanpietrini”.
A raccontarne la storia è lo stesso sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che nell’ultimo dei suoi video social per promuovere la cultura capitolina parte da via Clivo dei Publicii per raccontare il “Piano sampietrini” portato avanti dall’amministrazione di Roma Capitale. Partendo da questa via, in zona Circo Massimo, fino all’Aventino, il Campidoglio sta posizionando ben 100mila sampietrini.
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“Il Piano sampietrini è molto importante perché consente di ridistribuire i nostri sampietrini mettendoli al posto dell’asfalto, dove il pregio storico dei luoghi e l’assenza di forte traffico lo consente, togliendo invece o sampietrini e sostituendovi l’asfalto nelle vie ad alta percorrenza” – spiega Gualtieri – “Poi c’è la terza parte che è quella della manutenzione, la stiamo facendo davanti al Circo Massimo, dove passerà anche la nuova passeggiata archeologica, rimettendo completamente a nuovo il manto di sampietrini e allargando anche le tazze dei pini, per consentire loro di ricevere più acqua piovana visto che ora piove di meno”.
Come spiegato dal Sindaco, esistono due tipologie di sampietrino: uno è lo “spillone” che ha come dimensioni 16×18 cm, l’altra è quella più conosciuta a “cubetto” con dimensioni 12x12x12.
Restyling delle strade storiche a Roma: disposti 400mila euro di fondi giubilari per i sampietrini
Un tempo i detrattori avrebbero detto che le strade di Roma sono piene di buche per “colpa della Raggi”. In realtà la giunta dell’ex sindaca di Roma aveva dedicato un occhio di riguardo alle strade storiche, avviando un progetto per il riordino del selciato, preso in carico però dall’attuale amministrazione. Nel 2019, Raggi presentò il cosiddetto Piano Sampietrini che, partendo da via Nazionale, oggi invece si espande anche su via dell’Ara Massima di Ercole, che costeggia il Circo Massimo dalla parte del Lungotevere, così come tante altre aree storiche della città.
Si parla di almeno 62mila blocchetti tolti a via dei Cerchi (non portata a termine dall’amministrazione Cinquestelle), poi l’area di Clivo dei Publiciii, dove i lavori dovrebbero chiudersi a luglio. In questo caso i 50mila sampietrini utilizzati sono stati recuperati da via della Piramide Cestia, dove già nel 2020 furono eliminati i blocchetti a favore dell’asfalto.
Lavori di pavimentazione storica anche a via di Santa Sabina, piazza Pietro d’Illiria, piazza dei Cavalieri di Malta, via dell’Ara Massima di Ercole, via San Bonaventura. La spesa è stata sostenuta dal Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana di Roma Capitale per un importo di circa 400mila euro di fondi giubilari che, da novembre 2023 permettono di riqualificare le pavimentazioni giubilari. Lavori che sono iniziati da via dei Corridori, in zona Vaticano, con 14 km di viabilità principale da manutenere e per un investimento complessivo di 31 milioni di euro.