Un sequestro di persona che risale a oltre 5 mesi fa, sul quale, in un’operazione congiunta, Polizia e Carabinieri sono riusciti a fare luce individuando il mandante e gli esecutori materiali. E proprio stamattina, giovedì 11 aprile, gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Viminale e i carabinieri della Stazione di Torpignattara hanno eseguito un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma, che dispone misure cautelari nei confronti di 3 uomini bengalesi: per uno di loro è stata prevista la custodia cautelare in carcere, mentre per gli altri 2 è stato applicato l’obbligo di presentazione alla P.G.
Il sequestro di persona per un debito
Secondo le risultanze investigative i tre indagati, tutti bengalesi, avrebbero sequestrato un loro connazionale nel quartiere Torpignattara il 30 ottobre del 2022, per un debito di 100mila euro. Rapimento denunciato il giorno stesso dalla compagna della vittima presso il Commissariato Viminale. E la denuncia aveva fatto scattare le indagini e il conseguente arresto di 3 cittadini bengalesi da parte della Squadra Mobile della Questura de L’Aquila. I tre erano stati rintracciati, insieme alla persona sequestrata, in un hotel nel comune di Carsoli (AQ).
La vittima ha chiarito alcuni aspetti del rapimento
Nel mese di novembre 2022, la vittima del sequestro si era presentata spontaneamente presso la Stazione dei carabinieri di Torpignattara, per aggiungere ulteriori dettagli inerenti alle circostanze del rapimento. L’uomo dichiarava che, durante le fasi del sequestro, aveva ascoltato le conversazioni telefoniche intercorse tra i sequestratori e un altro connazionale, ritenuto elemento di spicco della comunità bengalese romana; quest’ultimo avrebbe fornito le indicazioni sulle modalità logistiche e operative di conduzione del sequestro.
Il movente
La vittima ha specificato agli inquirenti il movente del delitto: un debito di circa 100.000 euro, da lui maturato sia per l’ottenimento del rilascio del permesso di soggiorno in favore di due suoi conoscenti, attraverso la mediazione di uno degli odierni indagati, sia per un prestito di denaro.
Vittima sequestrata e pestata in altre occasioni
Le indagini, condotte congiuntamente dagli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Viminale, dai carabinieri della Stazione di Torpignattara e del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Casilina, coordinate dalla D.D.A. di Roma, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dell’uomo arrestato, in ordine al ruolo che avrebbe lo stesso rivestito nella vicenda. Ma la vittima era già stata, in due diverse occasioni, sequestrata e trattenuta contro la sua volontà, per ottenere il pagamento del debito e dei relativi interessi usurari.
La dinamica del sequestro
Dalle indagini congiunte di Polizia e Carabinieri sono emerse, inoltre, le modalità attraverso le quali sono stati commessi i reati. È stata ricostruita la particolare violenza dei sequestratori che, dopo aver trascinato la vittima fuori da un ristorante in pieno giorno e averla costretta a salire su un’auto, l’hanno percossa con pugni sul volto e sul corpo, coprendole poi gli occhi con una benda e la bocca con un pezzo di stoffa per non far sentire le sue urla, che avrebbero attirato attenzione.
Ad ogni modo gli indagati sono da ritenersi presunti innocenti, in considerazione dell’attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.