Goletta verde ed Arpa Lazio bocciano ancora una volta la qualità delle acque per la balneazione nel mare di Ardea. Non siamo ancora entrati nel periodo caldo della stagione balneare, quando i residenti ad Ardea arrivano a quadruplicarsi in presenze, e già oltre la metà dei nove chilometri della costa del nostro comune, dovrebbe riportare il cartello DIVIETO di BALNEAZIONE. Se a queste aggiungiamo i chilometri di spiaggia dove la balneazione è vietata per mancanza della obbligatoria assistenza lo scenario che si presenta ai numerosi turisti attesi è drammatico.
Certo aiuterebbe e non poco l’entrata in funzione a pieno regime del nuovo depuratore di Montagnano che tuttavia resta quasi una utopia. Di certo c’è che nel breve proprio il territorio di Ardea non sarà allacciato a quell’impianto e questa è una vera e propria beffa per i cittadini. Il territorio di Ardea è attraversato da molti corsi d’acqua che scendono dai Castelli e sfociano in vari punti lungo gli oltre 10 chilometri di costa ardeatina.
Alcuni di questi corsi trasportano acque reflue non depurate delle cittadine dei Castelli, contribuendo così in modo determinante all’inquinamento delle acque costiere di Ardea. Dopo averne parlato per almeno 10 anni, una soluzione possibile a questo grave problema venne ipotizzata nel 2005: la costruzione di un grande depuratore nel quale far confluire le acque reflue provenienti dai Castelli. Gli studi tecnici individuarono nella località di Montagnano il posto più adatto per la sua costruzione; la scelta sollevò da subito le perplessità di molti in quanto si trattava di un territorio già interessato dalla grande discarica di Roncigliano e da altre situazioni disagevoli. Comunque nel dicembre 2006 venne messo un primo punto fermo con l’accordo siglato tra il comune di Ardea e quelli di Ariccia, Albano, Genzano, Lanuvio e Nemi. La Regione Lazio, che ha la responsabilità della realizzazione dell’opera, iniziò l’iter burocratico e nel 2009 venne presentato il progetto; dopo varie discussioni, con la delibera n°53 del 6/08/2009, il comune di Ardea – giunta Eufemi – dette il via libera ai lavori. Gli accordi prevedevano, che la Regione Lazio, a compensazione del disagio provocato, avrebbeprovveduto, oltre che all’allacciamento al depuratore di tutte le zone di Montagnano, anche a finanziare, per svariati milioni (9) altre opere prioritarie sul territorio di Ardea.
A fronte dell’accordo venne sospesa, da parte del Comune, la costruzione, già programmata, di un piccolo depuratore per coprire le esigenze di Montagnano. I lavori di realizzazione del depuratore andarono avanti senza troppo clamore né interventi in Consiglio Comunale e si conclusero alla fine del 2013 con un costo complessivo dell’opera di circa 25 milioni di euro. Durante i 4 anni conclusivi dei lavori di realizzazione, delle opere previste a compensazione venne finanziata dalla Regione, con un investimento di 1,8 milioni, solamente la realizzazione della rete fognaria del Lungomare degli Ardeatini. C’è da chiedersi il motivo di questa scelta da parte della Regione in quanto logica avrebbe voluto che i primi investimenti si realizzassero a beneficio dei cittadini che da quel depuratore avrebbero ricevuto solo effetti negativi. Montagnano fu dimenticata!
Nel 2014 la questione del depuratore ritorna nuovamente in auge ad Ardea e viene ripresa in più sedute del Consiglio Comunale con scambio di accuse tra tutte le parti e recriminazioni sui mancati impegni relativi alle opere di compensazione. A depuratore pronto ci si aspetterebbe che chi di dovere facesse il possibile per farlo entrare in funzione al più presto ma invece si scopre che vi è un problema che è stato tenuto sottotraccia ma che invece è basilare: chi deve gestire l’impianto?
La diatriba è tra l’ACEA-Ato2, che gestisce il S.I.I dei Comuni dei Castelli, e l’Idrica SpA che ha in concessione, sino al 2020, la gestione di quello di Ardea (la concessione, datata 1990, prevede che Idrica gestisca tutti gli impianti di S.I.I presenti sul territorio comunale).
L’Amministrazione di Ardea non si muove con decisione e prende posizione in maniera ambigua, si scopre che vi sono stati vari tentativi di soluzione e che addirittura, con il parere favorevole del Sindaco Di Fiori, si è provato a scambiare la gestione di ACEA-Ato2 con un prolungamento oltre il 2020 della concessione ad Idrica; ipotesi poi archiviata in quanto chiaramente illegale. Durante questo periodo la nostra amministrazione dimentica di esercitare alcun tipo di controllo sullo stato di avanzamento dei lavori, specie nel 2013 quando questi vennero dichiarati conclusi ed ancora non vi era traccia alcuna delle opere di collettamento previste per servire i territori dell’intera area di Montagnano ed ancora non realizzati.
La storia si trascina sino a dicembre 2015 quando la Regione firma il protocollo d’intesa con i 5 Comuni dei Castelli, e decide di assegnare la gestione dell’impianto, come logica vuole, ad Acea-Ato2. L’Amministrazione di Ardea nel momento della chiusura dei giochi è di fatto inesistente, non è chiaro se di propria volontà o se fatta fuori dalle controparti.
Da inizio 2016 sono iniziate le prove di funzionamento dell’impianto che dovrebbe entrare in funzione a piene potenzialità per l’estate. Bene, anzi male, proviamo a fare un bilancio di questa vicenda. Il comune di Ardea accetta il depuratore sul suo territorio sia per migliorare in maniera risolutiva la qualità delle acque costiere, sia per, a fronte del il disagio che questo comporta per gli abitanti di Montagnano. Fondamentalmente due gli obiettivi da raggiungere: dare soluzione al problema della rete fognaria della frazione, con sollievo degli abitanti e con un notevole risparmio per le casse comunali e avere un cospicuo numero di milioni di finanziamento per completare le infrastrutture primarie su Montagnano e sul resto del territorio. Se guardiamo a come è ormai andata a finire questa vicenda possiamo convenire che solo l’obbiettivo, seppur importante, delle acque costiere dovrebbe essere stato centrato, a breve dovremo poter verificare.
Gli altri obbiettivi sono stati mancati in maniera clamorosa, specialmente per quanto riguarda Montagnano i cui abitanti si ritrovano in casa un grande depuratore, e a fronte di tutti i disagi che questo comporta, non ne possono neppure usufruire e sono ancora senza rete fognaria; come si usa dire “becchi e bastonati” o se preferite “cornuti e mazziati”.
La domanda che dobbiamo porci è: “questa vicenda è stata gestita correttamente dalla precedente Amministrazione ed in modo particolare da quella attuale che è stata in campo nel periodo cruciale della realizzazione?”. Pleonasticamente possiamo rispondere in sol modo: la gestione dell’intera vicenda è stata assolutamente deficitaria fino a trasformarla in un assurdo, ingiustificato e gravissimo danno alla città e ai cittadini di Ardea, specialmente a quelli che vivono a Montagnano.
Mario Savarese e Raffaello Porinelli