Sorride una categoria di lavoratori: in questi giorni sono in arrivo gli arretrati in busta paga. Per alcuni lavoratori si tratta di cifre importanti considerando che si parla di importi vicino ai 1.700 euro. Vediamo per chi.
Sono terminate le vacanze di Pasqua ma soprattutto è iniziato un nuovo mese. Ciò significa che, per moltissimi lavoratori, è tempo di ricevere lo stipendio. Non solo. Aprile segna anche la mensilità di recupero di alcuni arretrati maturati fino a questo momento: non a caso abbiamo parlato di vacanze e festività pasquali perché la categoria coinvolta è proprio quella della scuola. Alcuni dipendenti erano infatti in attesa di ricevere diversi arretrati per cifre che vanno da un minimo di 300 euro fino ad un massimo di 1700 euro.
Scuola, rinnovo contratto e via libera al pagamento degli arretrati
L’accordo è frutto del rinnovo del contratto scuola 2019-2021. Riguarda una platea complessiva di oltre 1 milione e 200 mila dipendenti: la rimodulazione delle voci porterà un incremento sia per la parte accessoria, con cifre che passano dai 10,30 euro ai 16,10 euro (il cosiddetto RPD, ovvero la retribuzione professionale docenti) e ai 7,40 rispetto ai precedenti 6,70 per la CIA (Compenso Individuale Accessorio).
Ad essere coinvolti sono i docenti (la parte più consistente, circa 928mila lavoratori), il personale ATA (poco più di 200mila unità) ma anche Direttori Amministrativi, personale Afam, e lavoratori dei settori Università ed Enti di ricerca. Ci sarà inoltre anche un aumento salariale stimato in media in circa 124 euro per i docenti e in 90 euro per l’ATA. Come detto però saranno corrisposti in aggiunta gli arretrati pendenti.
Le cifre esatte in busta paga: l’aumento una tantum a marzo
Queste somme – ricomprese in una voce chiamata “emissione speciale” – coprono il periodo di mancati aumenti che vanno dal gennaio 2022 fino allo scorso mese di febbraio per un totale di 26 mensilità. Ci sono tuttavia da considerare le ritenute assistenziali, previdenziali e fiscali che hanno prodotto importi netti chiaramente più bassi. Di quanto? Almeno del 33% secondo i Sindacati di settore. Secondo le stime fornite gli importi in busta paga con il segno “+” sono andati da un minimo di 200 euro – per i docenti con meno esperienza lavorativa – a più di 300 per quelli di lungo corso. I più fortunati, come i funzionari o addetti con qualifiche di alto livello (es. i Dirigenti) hanno invece raggiunto cifre considerevoli, vicino ai 1.700 euro citati in apertura.