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Omicidio di Marco Biagi, il professore ucciso da un commando delle Nuove Brigate Rosse

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L’omicidio di Marco Biagi risale al 19 marzo del 2022, quando il docente universitario fu assassinato sotto casa, a Bologna, da un commando di brigatisti.

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Delitto Marco Biagi – Ilcorrieredellacittà.com

 

La pistola che lo uccise si scoprì essere la stessa con cui era stato assassinato il giurista, Massimo D’Antona, il 20 maggio del 1999. 

L’omicidio di Marco Biagi

Sono da poche trascorse le ore 20 del 19 marzo 2002, quando il professor Marco Biagi, docente alla facoltà di economia di Modena e da pochi mesi nominato consulente del Ministero del Lavoro, scende dal treno alla stazione di Bologna e si dirige, in sella alla sua bici, verso la sua abitazione, in via Valdonica.

Il docente ha già telefonato alla moglie per avvertirla che sta tornando a casa. Di sentinella alla stazione e lungo la strada che porta in via Valdonica, ci sono due persone che segnalano i suoi movimenti agli altri membri della banda. 

Alle 20:07 il professor Marco Biagi arriva sotto casa dove, ad attenderlo, c’è un commando formato da altri tre brigatisti, due a bordo di un motorino, con il volto coperto dai caschi integrali, e un terzo a piedi. Due di loro vanno incontro al professore e gli scaricano addosso sei colpi di pistola, per poi dileguarsi insieme al terzo complice. 

Esattamente otto minuti dopo l’agguato – alle 20.15 – il docente universitario muore tra le braccia dei soccorritori del 118, arrivati sul posto dopo una segnalazione dei residenti. La pistola usata per colpire a morte Marco Biagi si scoprirà essere la stessa utilizzata per uccidere il giurista Massimo D’Antona, il 20 maggio del 1999. 

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Il professor Marco Biagi ucciso dalle Nuove Brigate Rosse – Ilcorrieredellacittà.com

 

Quella stessa notte, le Nuove Brigate Rosse inviano un documento di 26 pagine in cui rivendicano il delitto Biagi a 500 indirizzi mail. «Il giorno 19 marzo 2002 a Bologna, un nucleo armato della nostra Organizzazione, ha giustiziato Marco Biagi, ideatore e promotore delle linee e delle formulazioni legislative di un progetto di rimodellazione della regolazione dello sfruttamento del lavoro salariato» si legge in uno stralcio del documento. 

Prima di morire, Marco Biagi aveva scritto delle lettere, in cui aveva messo – nero su bianco – le preoccupazioni che lo affliggevano per le minacce che riceveva. Le missive erano state indirizzate al ministro del lavoro, Roberto Maroni, al dg di Confindustria, Stefano Parisi, al sottosegretario al lavoro, Maurizio Sacconi, al presidente della Camera, Casini, e al prefetto di Bologna. 

Pochi mesi prima che venisse ucciso, il ministero dell’Interno aveva rimosso la scorta al docente. 

Il processo

Il processo a carico dei responsabili dell’omicidio di Marco Biagi si apre il 1° giugno del 2005, al cospetto della Corte d’assise di Bologna. Dopo ventitré ore di camera di consiglio, vengono pronunciate cinque sentenze di condanna all’ergastolo per Simone Boccaccini, Diana Blefari Melazzi, Marco Mezzasalma, Roberto Morandi e Nadia Desdemona Lioce

Il 6 dicembre dell’anno seguente, la Corte d’assise d’appello conferma l’ergastolo per quattro dei cinque imputati, riducendo la pena a 21 anni di reclusione per Boccaccini, a cui vengono riconosciute le attenuanti generiche. 

L’8 dicembre del 2007 la Corte di cassazione di Roma conferma le condanne emesse in secondo grado, tranne che per Nadia Desdemona Lioce, che non aveva presentato ricorso. 

 

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