Confiscati reperti archeologici a Castel Gandolfo durante un’operazione di sgombero: Carabinieri li donano al Museo Nazionale Romano.
Pochi giorni fa, i Carabinieri hanno consegnato numerosi reperti archeologici al Museo Nazionale Romano. La vicenda è l’apice di un’indagine condotta a Castel Gandolfo, con i reperti di epoca romana ritrovati all’interno di una struttura sgomberata. Il Tribunale, dopo anni d’indagine sulla complessa vicenda ai Castelli Romani, ha deciso di donare quei beni archeologici alla struttura museale romana.
Confiscati reperti archeologici a Castel Gandolfo: Carabinieri donano i reperti al Museo Nazionale Romano
La consegna è avvenuta nella giornata di lunedì, quando i militari hanno portato i reperti alla visione del professor Stéphane Verger, direttore del Museo Nazionale Romano dentro le Terme di Diocleziano. A condurre le consegne nel polo museale romano, sono stati gli uomini della Stazione di Castel Gandolfo, insieme ai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, che hanno indagato sulla vicenda dei Castelli Romani.
I reperti consegnati al polo museale di Roma
Come è stato visionato dagli archeologi, i reperti rinvenuti nella struttura di Castel Gandolfo appartengono all’epoca dell’Impero Romano. Tra i più importanti ritrovamenti, gli esperti hanno parlato della riproduzione dell’Eros di Tespie. Questo, imbracciando un arco, è un prezioso torso maschile. L’opera, plausibilmente, è ispirata al bronzo del celebre scultore greco Lisippo, che operò intorno al IV secolo Avanti Cristo.
Al museo inoltre sono state consegnate ulteriori opere di origine archeologica. Tra gli elementi messi a disposizione del museo, due torsi maschili panneggiati. Poi una porzione di una lastra in marmo, questa tutta decorata. Infine delle porzioni di rivestimento marmoreo, delle porzioni di basamento in marmo e un puntale di anfora da trasporto.
I reperti archeologici rinvenuti a Castel Gandolfo
I reperti archeologici, come fatto sapere dai Carabinieri, vennero rinvenuti in un’operazione nel territorio di Castel Gandolfo. Qui i militari intervennero in una struttura da sgomberare, presente su via dei Pescatori. I reperti trovati, con la collaborazione dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’area metropolitana capitolina, ha permesso di catalogare i ritrovamenti nella struttura e porli sotto sequestro. Tutto ciò, nel giro di mesi, ha fatto partire l’iter giudiziario che ha portato alla confisca degli stessi beni archeologici.
Dopo un processo tenuto all’interno del Tribunale di Velletri, il giudice ha disposto che i resti archeologici venissero assegnati alla struttura del Museo Nazionale Romano di Roma. La struttura museale, quindi, è stata selezionata per curare e prendere in custodia questa tipologia di beni. Un’iniziativa che sottolinea come le forze dell’ordine, anche oggi, s’impegnano per la tutela del patrimonio artistico italiano.