Cristina Coda è una ragazza con tanti impegni e altrettante possibilità. Girare per Roma in sedia a rotelle, però, è un’impresa.
Roma, la città eterna con eterni problemi. Uno di questi è l’accessibilità per le persone con disabilità. Poter attraversare il territorio in autonomia dovrebbe esser prassi, ma troppo spesso non è così. Roma deve fare i conti con la storia e con un sistema, talvolta, troppo imbrigliato nella burocrazia, che non permette a chiunque di godere della possibilità di vivere le strade appieno.
Le persone con disabilità si trovano costrette a trovare, di volta in volta, degli escamotage per poter vivere le strade in maniera consapevole e autonoma. Si parla spesso di autonomia, ma nella Capitale d’Italia persino chi viaggia con un accompagnatore e ha una disabilità potrebbe dover fare i conti con l’ignoto o barriere che non pensava di trovare.
Essere persone con disabilità a Roma
Nel corso degli anni, qualcosa si è mosso in tal senso: un plauso particolare va fatto anche alle Leggi a livello europeo che consentono di modificare la concezione di architettura rispetto ai bisogni delle persone con disabilità. Il sistema, tuttavia, nella Capitale presenta ancora qualche defezione: chiedere a Cristina Coda, donna con disabilità che da anni denuncia uno stato improponibile riguardo la condizione di alcuni quartieri di Roma. Impraticabili per chi vive su una sedia a rotelle.
La donna, intervenuta al Corriere della Città, racconta come da tempo si batte per un quartiere – anzi, una città – a misura di tutti. Il suo riferimento è San Basilio. Le strade sotto casa la mettono in difficoltà. Qualcosa è stato fatto, ma c’è ancora molto da fare. La donna, nello specifico, vanta anche una diatriba con l’Atac riguardo la messa in sicurezza delle pedane per persone disabili.
Il racconto di Cristina Coda
Lei asseriva che gli autisti non sempre abbassavano la pedana preposta per farla salire sull’autobus. L’azienda dei trasporti pubblici si è difesa dicendo che c’è una procedura di sicurezza da rispettare: “Dobbiamo prima trovare un posto idoneo per effettuare la manovra, poi possiamo procedere” – hanno spiegato in soldoni – non era quindi una questione di negligenza, ma di possibilità negate dal territorio e dalle situazioni contingenti. Le pedane, ad oggi, funzionano meglio.
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Il problema resta il suolo e le barriere in giro per la città. Coda ha anche scritto all’Assessore ai Lavori Pubblici chiedendo una percentuale maggiore di accessibilità, almeno per quanto riguarda il quartiere. Le autorità preposte hanno assicurato che stanno lavorando per cercare soluzioni. In attesa di risposte concrete, Cristina Coda continua a far sentire la sua voce. La stessa di altre 200mila persone con disabilità nella città di Roma. Un popolo che chiede considerazione e autonomia. Prospettive che nel 2024 dovrebbero essere assodate.