Italia fanalino di coda per quello che riguarda il trasporto pubblico su ferro: lo studio effettuato da Legambiente.
Lo avevamo scritto poche settimane fa per Roma, ma la situazione non cambia se apriamo al campo d’azione di tutt’Italia. Il nostro Paese è il fanalino di coda, in Europa, per quello che concerne la mobilità su ferro. A dirlo è Legambiente, che sull’argomento ha steso uno studio e ha dimostrato le criticità del nostro sistema ferroviario nazionale. Pochi chilometri legati ai binari, ma anche progetti di stazioni mai portate realmente a termine.
I dati di Legambiente sulla mobilità su ferro in Italia
Lo studio di Legambiente rientra nella ricerca “Pendolaria – Speciale aree urbane“, che di fatto fa preoccupare l’Italia sul piano della mobilità pubblica e alternativa. Per quello che concerne i percorsi legati alle tratte ferroviarie, in Unione Europea ci classifichiamo tra gli ultimi posti. Il piazzamento in classifica è dovuto a dei dati oggettivi e pratici, come essere la carenza di infrastrutture all’interno del nostro Paese. Ma anche tutte quelle condizioni che, ormai da tempo, rendono invivibile viaggiare sui mezzi pubblici in Italia o generano alternative di viaggio che producono ingente inquinamento atmosferico.
I dati legati alla situazione dell’Italia
Le criticità dell’Italia sarebbero riscontrabili nelle strutture urbanistiche dedicate al trasporto su ferro. In questo senso, il nostro Paese sarebbe “maglia nera” per quello che riguarda il sistema legato alle reti metropolitane, le tranvie e le ferrovie suburbane. L’Italia non regge il confronto con gli altri stati d’Europa, in particolare poi se comparata agli esempi di realtà europee come la Germania o la Spagna.
La situazione sul piano europeo
L’esito degli studi è molto severo verso l’Italia, mostrando come la Penisola è meno dotata, sul piano europeo, di reti ferroviarie efficienti. Il risultato di questo insuccesso è legato alle politiche dei singoli comuni e dei governi che si sono susseguiti in questa Nazione, che hanno mostrato disinteresse nell’investire verso nuove strutture ferroviarie.