Pensioni, l’argomento è spinoso. Il congedo dal lavoro resta un tema discusso e profondamente divisivo per la politica e non solo: le novità.
Lavorare per sé stessi e per gli altri. I filosofi solevano dire che il lavoro nobilita l’uomo, purché retribuito. La specifica sembra scontata, ma nel 2024 – per tante ragioni – non lo è. I motivi per cui si discute ancora molto di occupazione sono gli stessi che portano a trattare di pensioni.
Andare via dopo anni di onorata carriera non è mai facile. Il punto è capire quando poterlo fare. Secondo le regole si va in pensione dopo 42 anni e 10 mesi di contributi. Altrimenti esistono misure alternative come quota 41 o differenti opportunità come l’Ape Sociale e determinati incentivi che consentono di “assentarsi” prima dal lavoro.
In pensione a 59 anni: è possibile
I motivi di questa scelta possono essere molteplici: un figlio a carico, ragioni fisiche, infortuni, malattie e quant’altro. Partendo da questo è possibile approfondire la finestra di coloro che hanno diritto ad andare in pensione pur avendo maturato appena 29 anni di contributi. Si tratta di coloro che vivono in una condizione difficile, come le persone con disabilità, e chi invece ha altri motivi come figli a carico o persone anziane da accudire. Anche in questo caso è possibile richiedere l’Ape Sociale.
Calcoli alla mano, però, conviene andare in pensione così presto? La simulazione sul sito dell’INPS parla chiaro: 29 anni di contributi – a seconda del reddito – portano a compensi da 900 euro netti di massima a 730 di minima. Una situazione che può variare rispetto ai versamenti, comunque è una fascia intermedia che consente un tenore medio basso.
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Le fasce a disposizione
Il costo della vita è aumentato, così come i rincari. Serve qualche entrata in più ma in tal senso non mancheranno le occasioni e gli incentivi. Le persone con disabilità possono comunque andare in pensione a 36 anni e percepire ugualmente una pensione integrale. Senza nessun abbassamento rispetto a chi completa il ciclo dei 41 anni. Fisico e reazioni fanno la differenza. Non solo rispetto al portafogli: qualche euro in meno può garantire una salute più equilibrata, ma è impossibile determinare una “ricetta” univoca in queste situazioni.