Lo scorso mese di agosto – durante un permesso premio – Lucio Marzo era stato fermato al volante di un’auto, che non avrebbe potuto guidare, completamente ubriaco.
A quel punto gli era stata revocata la possibilità di uscire dal carcere per andare a lavorare. Nelle scorse ore, il giudice ha accordato un nuovo permesso premio al killer di Noemi Durini.
Il killer di Noemi Durini ottiene la semilibertà
Potrà uscire dal carcere qualche ora al giorno, tutti i giorni, per andare a lavorare. È stato nuovamente accordato il regime di semilibertà a Lucio Marzo, il killer reo confesso di Noemi Durini, la 16enne uccisa nell’estate del 2017 nelle campagne di Castrignano del Capo, provincia di Lecce.
Lo scorso mese di agosto, il 22enne aveva ottenuto un permesso premio per uscire dal carcere minorile in cui era detenuto, per andare a lavorare in un’attività commerciale nel comune di Sarroch. Durante una delle uscite, i carabinieri di Cagliari lo avevano fermato al volante di un’auto – il giudice gli aveva negato la possibilità di guidare qualsiasi mezzo a motore – e lo avevano sottoposto all’alcol test, che aveva dato esito positivo.
A quel punto il giudice gli aveva revocato il permesso premio. Nelle scorse ore però gli è stato nuovamente accordato il regime di semilibertà.
L’omicidio di Noemi Durini e la reazione della mamma al permesso premio per il killer
Noemi Durini e Lucio Marzo erano fidanzati. Un rapporto fatto di alti e bassi, che più volte aveva preoccupato i familiari di lei, che non vedevano di buon occhio la burrascosa relazione della ragazza. La sera dell’omicidio – il 3 settembre del 2017 – Noemi e Lucio erano usciti insieme.
Quella notte, forse dopo un’accesa discussione, Lucio Marzo – che all’epoca dei fatti aveva 17 anni – colpì Noemi a sassate e poi con una coltellata alla testa. Dopodiché la seppellì – ancora viva – sotto un cumulo di pietre. La ragazza rimase agonizzante per tre ore, come accertò l’esame autoptico, prima che sopraggiungesse il decesso. Fu lo stesso killer a far ritrovare il corpo della vittima 10 giorni dopo il delitto.
Le successive indagini accertano che Lucio Marzo aveva agito da solo e il giovane fu condannato – in via definitiva – a 18 anni e 8 mesi di detenzione, con le accuse di omicidio volontario e occultamento di cadavere.
Alla notizia del nuovo permesso premio accordato al 22enne, la madre di Noemi Durini ha commentato duramente la decisione del giudice. “Sapere che l’assassino di mia figlia è di nuovo libero di uscire dal carcere è allucinante e sconcertante: è l’ennesima beffa. Ci batteremo di fronte a uno Stato che tutela gli assassini, ai quali concede ogni tipo di beneficio e premio” ha detto la donna.