Il Governo Meloni sembra aver modificato in maniera sostanziale le regole relative all’ammontare dell’assegno pensionistico che non sarà più sul calcolo retributivo, ma contributivo. Una decisione che sembra voler scongiurare la decisione di molti lavoratori di ricorrere alla pensione anticipata, ma che vuole anche assicurare a tutti coloro che andranno in pensione avranno la garanzia del diritto alla pensione.
Coloro che pensano di andare in pensione, di vecchiaia o anticipata, devono fare i conti con due riforme: la Fornero e la Dini. La prima stabilisce l’età pensionabile a 67 anni, con un minimo di contributi di 20 anni, la seconda ha disposto il passaggio dal calcolo retributivo a quello contributivo. Ossia i contributi versati da moltiplicare con un coefficiente di trasformazione che cambia in base all’età.
Dal prossimo anno il ricalcolo contributivo potrebbe essere applicato a tutti
La situazione di fronte alla quale si è trovata il Governo sembra sia stata tutt’altro che semplice, con una previsione che annuncia, tra qualche anno, una spesa previdenziale che andrà ad incidere del 17 per cento sul Pil, il prodotto interno lordo, che indica la ricchezza del Paese, e potrebbe creare grandi difficoltà all’Inps. Questo è il motivo per il quale si pensa di applicare per tutti, già a partire dal 2025, il cosiddetto ricalcolo contributivo, che sembra rappresenti l’unica strada per evitare che tutti gli italiani restino senza pensione.
La rivalutazione degli assegni pensionistici
Il ricalcolo contributivo prevede una rivalutazione degli assegni pensionistici che prevede un taglio di 10 punti percentuali, ossia dal 32% al 22%, per i trattamenti superiori a 10 volte il minimo Inps. Una modifica prevista nella manovra finanziaria del 2024 che cerca di compendiare le esigenze dei lavoratori alla situazione economica del Paese.
Per Opzione Donna e Quota 103 vale già il calcolo contributivo
Ma per una pianificazione da attuare a tutti i lavoratori tra un anno, c’è anche chi ha già una pensione che si basa sul calcolo contributivo, stiamo parlando di Opzione donna e Quota 103.
Volendo tradurre in numeri la situazione esistente nel 2024 andiamo ad analizzare qual è il trattamento pensionistico minimo e come si modificano, eventualmente, gli assegni sociali:
- La pensione minima dal 1° gennaio 2024 è pari a 598,61 euro, ossia 7.781,93 euro all’anno.
- L’assegno vitalizio 2024 si porta a 341,24 euro, cioè 4.436,12 euro annui.
- L’assegno sociale sale a 534,41 euro ossia 6.947,33
- Le prestazioni sociali assistenziali per gli invalidi civili è di 333,33 euro al mese.
- L’indennità di accompagnamento ammonta a 531,76 euro al mese.