I buoni fruttiferi postali, BFP, rappresentano uno strumento di investimento di Poste italiane. Quest’anno sono 100 anni che vengono utilizzati e scelti perché comportano un basso rischio per gli investitori, anche se dobbiamo considerare che con il trascorrere del tempo si sono modificati e ve ne sono di diversi tipi tra i quali è possibile scegliere.
Il funzionamento del BFP è comunque estremamente semplice: a fronte di un investimento, anche esiguo, si maturano interessi che variano a seconda dell’importo versato, della durata del buono e soprattutto del tipo di buono scelto. Il principio che si applica ai buoni fruttiferi ha creato, nell’immaginario collettivo, l’idea che si tratti di investimenti che non mettono a rischio i risparmi e dai quali è sicuro ottenere una crescita economica. Ma la verità è che oggi i guadagni sono commisurati alla somma che si investe, maggiore è la quantità di denaro investita, più considerevole sarà l’incremento economico.
Come fare a sottoscrivere un buon fruttifero
Sottoscrivere un buono fruttifero comporta un procedimento estremamente semplice. L’utente potrà rivolgersi direttamente in un ufficio di poste italiane dove avrà la possibilità, con il sostegno di un operatore, di sottoscrivere i buoni cartacei tradizionali oppure quelli dematerializzati. Un’altra possibilità è quella di accedere direttamente sul sito di Poste Italiane per seguire la procedura online utile a sottoscrivere buoni dematerializzati.
Che tipologie di buoni fruttiferi esistono e quali sono i guadagni
Di fatto, però, esistono varie tipologie di Buoni fruttiferi postali per i quali possiamo simulare il rendimento economico che ne scaturisce. Se ad esempio si sceglie un BFP a 3 anni, con un tasso netto dell’1.40 per cento, con un capitale di 10mila euro si potrebbe contare su un profitto annuo pari a 140 euro netti. Diversamente se si preferisce il Buono ordinario a 7 anni, in questo caso, con un investimento di 10mila euro, il guadagno sarebbe di 215 euro netti l’anno. Con un buono fruttifero postale 3 anni Plus, invece, al lordo c’è un incremento di 200 euro, sempre considerando un investimento di 10mila euro, dal quale andranno, però, detratte le tasse al 12.5 per cento; significa che al netto si tratta di un rendimento di 175 euro. Con un Buono 3×2, infine, sui 10mila euro investiti, con l’applicazione di un tasso dell’1,50 per cento, il guadagno annuo al netto sarebbe di 150 euro.