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Si può conservare la residenza in un’abitazione in affitto? Cosa dice la Legge

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Due persone arrestate ad Anzio per estorsione di denaro in cambio della residenza - www.IlCorrieredellacittà.com

Che differenza c’è tra domicilio e residenza? È possibile, sfruttando questa disambiguazione, mantenere la propria residenza presso un indirizzo dove non si abita? Tutti i chiarimenti secondo la legge italiana.

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Cosa serve per chiedere un mutuo (ilcorrieredellacitta.com)

 

Il mercato immobiliare permette diverse soluzioni per chi cerca casa e, nel frattempo, vuole continuare a sfruttare al massimo le rendite delle proprietà. Tuttavia, in materia fiscale, ci sono dei vincoli insormontabili che impediscono di fare “furberie” e impongono invece degli obblighi sia per il locatore, sia per l’affittuario.

È questo il caso per esempio del vincolo del cambio residenza in una casa in affitto. Se vi siete trovati in affitto e ora avete deciso di cambiare casa, sappiate che residenza e domicilio sono sì due concetti slegati, ma per ragioni legali devono sempre essere dichiarati entrambi. Vediamo come distinguerli e come non incappare in errori

Che differenza c’è tra residenza e domicilio?

Partiamo innanzitutto dicendo che residenza e domicilio non sono la stessa cosa. Si può essere residenti momentaneamente presso un indirizzo, ma non avere la residenza fiscale (o domicilio) presso quel recapito.

È il caso per esempio delle domiciliazioni bancarie, che avranno sempre bisogno di un indirizzo preciso a cui comunicare estratti conto e informazioni dell’intestatario del conto. Lo stesso per le comunicazioni delle Asl o dall’Agenzia delle entrate. Nello specifico, il concetto di domicilio si riferisce alla sfera socioeconomica di un individuo, poiché indica il luogo in cui viene stabilita la sede principale dei suoi affari e interessi. 

La residenza invece è un’allocazione temporanea, non corrisponde alla sede fiscale del soggetto ma è momentanea e corrisponde alla dimora abituale dell’individuo. Questo non vuol dire, però, che il domicilio debba necessariamente essere dichiarato mentre la residenza no, al contrario! Scegliere dove fissare la propria residenza è un diritto, ma l’iscrizione all’anagrafe del Comune di pertinenza è un obbligo per tutti i cittadini. Nel caso in cui ci fosse un cambio di residenza, è necessario attestarlo tramite una doppia dichiarazione effettuata presso il comune di provenienza e quello di destinazione.

Si può mantenere la residenza in un immobile in affitto?

Chiariti questi due passaggi fondamentali, nel momento in cui si cambia residenza, ammesso anche che ci si trovi nello stesso Comune, bisognerà sempre dichiarare il passaggio in un altro immobile o locazione.

Innanzitutto perché all’interno di un appartamento o immobile non possono risultare due soggetti diversi e poi perché la residenza permette di intestare bollette, utenze e anche di registrarsi presso il distretto sociosanitario di pertinenza, necessario per l’accesso al sistema sanitario nazionale, quindi il medico di base in primis. Inoltre, senza una residenza nota non ci sarà permesso di votare o richiedere servizi come lo stato di famiglia.

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Le fasi per richiedere il bonus – (ilcorrieredellacitta.com)

 

Stando all’articolo 43 del codice civile italiano, non è consentito infatti avere residenze fittizie e ogni cittadino è tenuto a essere reperibile e a fornire un indirizzo preciso dove essere rintracciabile. Qualora sia in atto un passaggio di residenza, va comunicato entro 20 giorni dal proprio spostamento: qualora ciò non avvenisse, il soggetto rischia una dichiarazione di irreperibilità, che comporta la conseguente cancellazione dall’anagrafe e la perdita di tutti i benefici elencati (accesso al medico di base, diritto di voto, stato di famiglia, certificato di residenza).

Quindi la risposta è no, non si può mantenere la residenza in un appartamento affittato ad altri. Sebbene questa soluzione possa sembrare profittevole per ottenere delle agevolazioni fiscali (si pensi all’abbassamento dell’indicatore Isee sui redditi) è fortemente sconsigliata oltre che illegittima secondo la legge italiana.

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