Bonus mamme lavoratrice: come funziona l’aiuto per le madri lavoratrici con la Legge di Bilancio valida per il 2024.
La Legge di Bilancio 2024 si ricorda anche delle mamme lavoratrici, includendo un nuovo incentivo per aiutarle economicamente. Il bonus mamme lavoratrice prevede infatti un totale esonero contributivo, al 100%, per le mamme con un figlio nel 2024, mentre fino al 2026 per quelle madri che hanno dai tre figli in su. La nuova norma voluta dal Governo di Giorgia Meloni, si applica sulle madri operanti nel settore pubblico o privato.
Il bonus mamme lavoratrici nel 2024
L’aiuto per le mamme verrà rilevato direttamente dalle realtà lavorative, quindi le signore interessate lo riceveranno senza una richiesta formale. Come spiega la Legge di Bilancio 2024, l’esenzione sarà valida dal 1 gennaio 2024 fino al 31 dicembre 2026. Tale opzione offre un’esenzione totale dei contributi sociali fino a 3 mila euro lordi.
Bonus mamme lavoratrici: cosa cambia in confronto al passato
Per l’anno 2024, il bonus mamme lavoratrici si estende, con la sua decontribuzione, alle madri con almeno due figlio, di cui poi uno inferiore ai 10 anni d’età. Per il triennio successivo, il beneficio sarà poi riservato a quelle mamme con tre o più figli, di cui però uno deve essere obbligatoriamente minorenne per poter rendere valido questo aiuto statale.
Come si attiva il bonus mamme lavoratrici nel 2024
Come accennato in precedenza, il bonus mamme lavoratrici viene attivato automaticamente dal datore di lavoro. Una procedura che toglie imbarazzi e velocizza la pratica, considerato come le donne interessate non dovranno più effettuare nessuna richiesta formale.
Per quello che concerne le dipendenti nell’amministrazione pubblica, il beneficio dell’esonero arriverà direttamente dall’amministrazione di appartenenza, con la piattaforma NoiPA che riconosce il diritto al bonus utilizzando i dati presenti sulla piattaforma.
Le esclusioni di alcune mamme lavoratrici dall’aiuto
Di questo aiuto, alcune lavoratrici non potranno goderne. In una legge che già fa discutere su questo aspetto, rimangono fuori dalla cerchia la categoria delle lavoratrici domestiche. Inoltre, secondo i calcoli stimati dai sindacati dei lavoratori, i beneficiari dell’aiuto sarebbero appena il 10% delle donne che lavorano sul suolo italiano.