Il Circo Massimo è a rischio crolli. I grandi eventi potrebbero causare ancora più criticità alla zona, l’appello della sovrintendenza.
Il Circo Massimo è sotto esame. Il punto sono i concerti e i grandi eventi che solitamente si fanno nella struttura. Il punto è proprio la volontà di continuare a garantire spettacolo e introiti senza mettere a repentaglio Roma e la sua storia. Il Circo Massimo è un luogo di importanza vitale oltre che storico.
Una di quelle opere a cielo aperto che permettono alla Capitale di fare la differenza, ma questo potrebbe voler dire sacrificare la spettacolarità di una zona così importante. Chiedere a Travis Scott. L’ultima volta ha fatto tremare talmente tanto l’ambiente che le zone circostanti ne hanno risentito.
Circo Massimo sotto esame
Non si tratta solo di inquinamento acustico, ma anche e soprattutto di gestione dei beni culturali. Si sarebbe deformata la torre della Molletta, di importanza storica oltre che particolarmente ambita sul piano artistico. Ecco perché la città di Roma deve ripensare alla politica degli eventi: Colosseo e Circo Massimo sono da accantonare.
Quantomeno da non strapazzare. Il problema ora si pone con il Concerto del Primo Maggio: la zona designata sembrerebbe essere proprio quella. In alternativa a Piazza San Giovanni. Dove stanno facendo i lavori in vista del Giubileo. O si agisce secondo coscienza, oppure la salvaguardia di opere e beni pubblici è a rischio.
L’appello delle autorità
Due situazioni diverse, ma ugualmente importanti. Circo Massimo e Colosseo hanno garantito a Roma introiti particolarmente cospicui, ma la musica deve essere fatta altrove. Altrimenti il rischio è di rimanere senza più niente da vedere. La sovrintendenza capitolina ne parlerà con Gualtieri, ma situazioni come quella del 17 giugno 2001 con un milione di persone in strada per lo Scudetto della Roma (in direzione Circo Massimo) non deve più verificarsi.
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O meglio: una mole di persone simile non c’è più stata, ma nemmeno 80mila in occasione di un concerto qualunque sono auspicabili. Artisti di calibro internazionale potrebbero richiamarle. Quantità che devono essere dirottate altrove, Roma ha moltissime alternative. Certo: sul piano della suggestione si andrà a lavorare in sottrazione, ma secondo gli esperti meglio una nota in meno di un danno in più. L’equazione è semplice, ora devono ascoltarla anche le autorità competenti, in tal senso potrebbe essere previsto un tavolo di confronto nei prossimi mesi. Volume sempre al massimo, non al Circo.