Essere in bolletta o al verde, espressioni che comunemente capita di sentire – o di pronunciare noi stessi – ma delle quali talvolta ci sfugge il significato.
Modi di dire romani e non solo, con le nostre rubriche in questi ultimi mesi spesso ci siamo occupati di frasi divenute ormai abituali nel nostro linguaggio e che servono, senza troppi giri di parole, ad esprimere un significato ben preciso.
Restando nella Capitale, senza spingerci troppo in giro per l’Italia, ci siamo occupati di tutta una serie di detti detti romaneschi che nascondono, circa le origini, ognuno una storia curiosa che vale la pena di approfondire. Anche per conoscere meglio e più da vicino i nostri meravigliosi dialetti che altrimenti rischiano di scomparire.
I detti romani: tanti e di tutti i tipi
“Papale, papale“, “De tu nonno in carriola“, “fare il giro di Peppe” fino a “idem con patate“, chi, almeno una volta non ha sentito queste espressioni? Di rado però capita di soffermarsi a chiedersi da dove derivino queste frasi idiomatiche che, di fatto, rendono unica una lingua e che restano impossibili da tradurre letteralmente.
In questo articolo ritorniamo su un’altra di queste frasi, che a Roma capita spesso di sentire: “Rimanere al verde”, declinato col romanesco “ar” davanti. Un po’ come “Piotta”, altro termine diffuso nei rioni capitolini e dai molteplici significati. Vediamo allora di capire da dove trae origine questa espressione e perché la utilizziamo.
“Restare ar verde”: significato e origini
Sul significato pensiamo non vi siano dubbi: viene utilizzata per indicare l’assenza di denaro, ovvero l’essere in una situazione di ristrettezza o disagio economico. Ma da dove proviene questa frase? Diverse – come vi avevamo spiegato in questo articolo – le ipotesi alla base: secondo alcune fonti pare che il verde fosse il colore del cappello che indossavano gli imprenditori che avevano dichiarato il fallimento.
Da qui allora la frase “essere al verde“. Altri ancora ritengono invece che il verde sia da associare al colore del fondo dei forzieri o dei borselli dove venivano riposte le monete: se si vedeva il fondo, e dunque la colorazione verde, significava che le finanze scarseggiavano o che peggio erano finite. Chiude la nostra prima panoramica sul tema la presunta usanza medioevale secondo cui con il verde di una lanterna di certi locali si indicava che il pasto per gli indigenti era pronto. Verde quale colore-simbolo di povertà, insomma.
Le aste pubbliche a Firenze
Ma c’è anche un’altra ipotesi che, ad oggi, è in realtà quella più accreditata come spiega il noto portale di approfondimento scientifico Focus.it. Ci spostiamo allora nella Firenze del passato, durante lo svolgimento delle aste pubbliche.
Ebbene, in questo caso, per scandire la battitura dei pezzi in vendita, si utilizzavano candele di sego verde nella parte bassa. Così, quando si raggiungeva tale livello, significava che l’asta era finita e che non si potevano più presentare offerte. Il verse simboleggiava dunque l’impossibilità di presentare ulteriori offerte di denaro.