Scritte romantiche, sognanti e dall’ispirazione letteraria fanno capolino a via del Corso, nel pieno centro di Roma, dove da settimane turisti e passanti sono incuriositi dalla bellezza di alcune frasi. Decine gli scatti che circolano sui social ritraendo queste citazioni urbane, ma di cosa si tratta e perché stanno avendo tanto successo?
“Chi mi protegge dai tuoi occhi?”. E’ la domanda che, tra le vie dello shopping, interroga i passanti al centro di Roma. Ed è la Capitale la tela su cui si muove questa esposizione d’arte a cielo aperto perché, come recita un’altra scritta, “Roma ti ho incontrato per cercarti”. In effetti per capire veramente cosa si cela dietro queste particolari scritte, il segreto è “cercare”, addentrarsi tra le bellezze di Roma per scoprire, a pochi metri di distanza, uno spazio magico.
“La Biblioteca del mondo”: ode dell’arte contemporanea a Roma
Vi basterà seguire il sentiero artistico che si snoda a via del Corso, verso Palazzo Fendi, svoltare in via della Fontanella Borghese e solcare l’ingresso del civico 56. Per gli amanti della letteratura sarà una piacevole scoperta: dal 13 dicembre 2023 Palazzo Ruspoli ospita una mostra gratuita dedicata interamente alla letteratura, “La Biblioteca del mondo”.
A curare l’esposizione fino al 21 aprile 2024 è La Fondazione Memmo che con la “Biblioteca del mondo” ha dato il via alla nona edizione di Conversation Piece, il ciclo di mostre a cadenza annuale, a cura di Marcello Smarrelli, nato con l’intento di restituire una panoramica degli artisti italiani e stranieri che scelgono ogni anno Roma come luogo di residenza, di ricerca e di lavoro. Durante le varie edizioni hanno partecipato oltre quaranta artisti tra i più significativi della scena internazionale, confermando il ruolo della città come capitale del contemporaneo.
Tra questi Yael Bartana (1970, Israele. Vincitrice del Premio Roma dell’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo 2023/24), Nicolò Degiorgis (1985, Bolzano), Bruna Esposito (1960, Roma), Claire Fontaine (artista collettiva fondata a Parigi nel 2004 da Fulvia Carnevale e James Thornhill), Paolo Icaro (1936, Torino), Kapwani Kiwanga (1978, Hamilton, Canada. Borsista presso l’Accademia di Francia – Villa Medici), Marcello Maloberti (1966, Codogno), Francis Offman (1987, Butare, Ruanda), Ekaterina Panikanova (1975, San Pietroburgo, Russia).
Cos’è “La Biblioteca del mondo”: l’arte che celebra immaginazione e cultura
Il titolo della mostra è un diretto riferimento a Umberto Eco e all’omonimo documentario di Davide Ferrario (2022), in cui si racconta la leggendaria biblioteca dell’intellettuale scomparso, a cui lo stesso Eco assegna la funzione – assommata alle biblioteche di tutto mondo – di deposito della memoria dell’umanità. Attraverso un nucleo di opere disposte in un percorso che parte dalla facciata di Palazzo Ruspoli per proseguire nel cortile e nelle Scuderie, l’esposizione si propone di restituire un’immagine di “biblioteca” come deposito dell’immaginario collettivo e della cultura universale.
Le sale sono allestite con opere che esaltano la memoria di oggetti antichi, usati ma ancora apprezzati, oppure celebrano il lascito immortale della poesia, come “L’infinito” di Giacomo Leopardi, videoproiettata e trasposta in segni grazie a un’interpreta Lis. Ci sono opere che uniscono l’immaginazione alla storia, all’identificazione delle persone attraverso la narrazione e la lingua, come una casa fatta di pagine, compilate dai bambini dell’Alto Adige in lingua tedesca nel tentativo di costruire la propria identità. Insomma, se vi capita di alzare lo sguardo e lasciarvi guidare dalle strane scritte di via del Corso, siate coraggiosi, siate ispirati…. Perché sapranno guidarvi in un posto speciale.