L’anno che sta per volgere al termine ha visto anche numerose dipartite illustri: tutti i volti noti che ci hanno lasciato nel 2023.
Il 2023 sta per chiudersi e, tra obiettivi raggiunti e buoni propositi per l’anno nuovo, impossibile non pensare a chi ha lasciato questo mondo prima della fine della stagione. Una dipartita inaspettata, oppure ampiamente prevista, non cambia la sostanza delle cose: c’è un tempo per tutto e per tutti, persino per chi sembrava ancora nel fiore degli anni. Quando il “grande burattinaio” chiama, bisogna rispondere presente. Anche se il vuoto lasciato, in alcuni casi, è incolmabile.
Il mondo va avanti, si evolve e nel frattempo saluta qualcuno sotto gli onori e le lacrime di chi resta. Il ricordo rimane l’unica forma d’amore consentita in alcuni casi: questo vuol dire tener in vita una persona anche quando non è più così. È facile da capire quando i personaggi sono noti: morire è una fase della vita e tocca a tutti, ma quando capita a una celebrità il fragore della dipartita è più intenso. C’è anche chi diventa una celebrità – suo malgrado – dopo essere morto. Questo, però, è un discorso diverso che esula dalla consuetudine.
I morti illustri del 2023
Ovvero far coincidere la fine della vita con la conclusione di un percorso. Più la persona è celebre e maggiormente il percorso sarà conosciuto. Da qui deriva il termine estimatori: coloro che stimano e ricordano i passi compiuti. Dagli esordi al successo fino al declino. Una parabola uguale per tutti, ma differente nella sostanza e nell’approfondimento. Il 2023 ci lascia tanti nomi da inserire nell’albo dei ricordi. Si comincia con il più recente Matthew Perry. Il noto attore americano che ha conquistato tutti con Friends, la sua dipartita ha lasciato un vuoto particolare non soltanto nei fan della serie.
Impossibile non ricordare Gianluca Vialli e Michela Murgia, due capisaldi della nostra cultura: il primo per quanto riguarda lo sport, la seconda per quanto concerne la letteratura e il sociale. Donna forte, la Murgia, in grado di scardinare preconcetti e stereotipi. In particolare sull’evoluzione e lo sviluppo della famiglia queer. Poi ci sono Silvio Berlusconi e Francesco Nuti, morti nello stesso giorno con un destino diverso. L’ex Premier sempre sulla cresta dell’onda. Nuti il successo prima l’ha vissuto, poi è subentrata una lenta agonia per un destino forse troppo beffardo.
Da Botero a Michela Murgia, passando per Maurizio Costanzo e Silvio Berlusconi
Seguono Fernando Botero e Toto Cutugno. Due persone che l’arte l’hanno rivoluzionata: uno nel canto, l’altro nell’arte. Lo stesso si può dire per Tina Turner e Gina Lollobrigida, la cui cronaca l’ha resa protagonista – suo malgrado – anche per quanto riguarda una diatriba legale che poteva costarle l’eredità. La famiglia ha evitato il peggio. Milan Kundera, Raquel Welch e Alan Arkin portano avanti la categoria delle icone. Al pari di Maurizio Costanzo che ha saputo plasmare la comunicazione fino all’epoca – attuale e in continuo mutamento – della post verità.
Tony Bennet e Sinead ‘O Connor danno lustro, invece, alla categoria dei cantautori senza tempo. Proprio come Burt Bacharach che non canta, ma al piano non era secondo a nessuno. Chiudiamo con i capisaldi del giornalismo: Gianni Minà e Jerry (Gerald) Springer. Un racconto che ha attraversato epoche, il loro, ma dovrà ancora fare i conti con l’inaspettato – postumo e indicibile – di questa. Senza la loro sferzante vena narrativa. Un DNA da cronisti che non muore mai: riferimento e spartiacque per chi resta. Ora spazio al 2024 con tante sorprese e qualche saluto inaspettato. Anche questo vuol dire andare avanti, malgrado tutto.