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Oriolo Romano, maltrattavano anziani ospiti di una casa di riposo: tre denunciati

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Denunciati dai carabinieri, per maltrattamenti e abbandono di anziani, l’ex titolare, e due ex dipendenti di una casa di riposo di Oriolo Romano, in provincia di Viterbo. La vicenda è iniziata nel 2021, quando un’anziana ospite della struttura si rivolse alla locale caserma dei carabinieri, per denunciare i presunti e abusi e vessazione sia fisiche che psicologiche, a cui sembra che lei e altri 13 ospiti fossero sottoposti da parte degli indagati. E’ quanto ha riportato l’agenzia di stampa Ansa.

La casa di riposo, che all’epoca fu chiusa dalla Procura per consentire le indagini e mettere in sicurezza gli anziani, recentemente è stata riaperta con una nuova gestione e senza legami di sorta con i precedenti titolari. I tre indagati deferiti in stato di libertà, sono in attesa di processo.

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Il precedente. Roma, truffe ed estorsioni agli anziani: arrestate 11 persone

Al termine di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, la Polizia di Stato e la Polizia Locale di Roma Capitale hanno eseguito un’ordinanza cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Roma, nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei delitti di associazione a delinquere finalizzata alla commissione dei reati di estorsione, truffa aggravata ai danni di persone anziane, furto aggravato, utilizzo fraudolento di carte di credito, sostituzione di persona, nonché del delitto di porto illegale di più armi da fuoco.

Truffe ed estorsioni

Le indagini, scaturite da una serie di denunce di truffe consumate nella Capitale nel dicembre 2021 fino al settembre 2022, perpetrate sempre con lo stesso stratagemma di presentarsi falsamente alla anziana vittima come avvocato o appartenente all’Arma dei Carabinieri, prospettando un imminente pericolo o grave danno per un familiare, laddove la vittima non avesse versato le utilità economiche richieste necessarie per evitare l’arresto, hanno permesso di ricostruire numerosi episodi delittuosi posti in essere da una strutturata associazione, operante su tutto il territorio nazionale ed in Roma, con base nel centro storico di Napoli, dove era collocato il “centralino” da cui partivano le telefonate e dove confluivano i proventi dei delitti. Sul posto si recavano gli esecutori materiali delle truffe, che rimanevano però in costante contatto con i complici presenti a Napoli, da cui ricevevano ordini e direttive.

L’organizzazione era capeggiata da 2 uomini appartenenti ad una famiglia abitante nella zona dei Tribunali e di Largo Donnaregina, site nel centro storico di Napoli. Il promotore ed organizzatore dell’associazione, di anni 47, elaborava i “piani” criminali, indottrinava i sodali sul modus operandi, individuava le vittime e riceveva e suddivideva tra gli associati i proventi dei reati.

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