Ultima Generazione torna nuovamente a Roma con un’azione di disobbedienza: bloccato il Ponte Mazzini per la crisi climatica.
Gli attivisti di Ultima Generazione tornano a protestare a Roma, questa volta bloccando le due corsie della viabilità presenti sul Ponte Mazzini. Il loro sit-in ha creato scompiglio nel pieno della mattina, considerato come il ponte colleghi i quadranti del Centro Storico capitolino, Trastevere e il Gianicolo. Infuriato, come sempre d’altronde, gli automobilisti che avevano la necessità di attraversare quel tratto in tempi rapidi per raggiungere gli appuntamenti di lavoro.
Ultima Generazione nuovamente a Roma: occupato Ponte Mazzini
Si sono presentati due militanti di Ultima Generazione a Ponte Mazzini, con ognuno che ha bloccato una corsia veicolare della strada. In mano tenevano un cartello con una frase a effetto, che recitava le seguenti parole: “Il carcere mi fa paura, ma il clima di più”. Immediato c’è stato l’intervento delle forze dell’ordine, che ormai da giorni monitorano a tappeto il Centro Storico capitolino: gli agenti hanno prima allontanato i ragazzi dal ponte, poi successivamente li hanno identificati.
Le proteste di Ultima Generazione proseguono in Italia
Non si arresta l’azione di Ultima Generazione a Roma e in Italia. Nella Capitale, gli attivisti hanno colorato l’acqua del fiume Tevere con uno speciale colorante chimico, che ha trasformato il letto del fiume di colore verde fosforescente. Stesso episodio si è verificato anche in altre parti d’Italia, come testimoniato anche al Grande Naviglio di Milano, dove anche lì l’acqua è stata fatta diventare di colore verde acceso. Non ultimo, l’attacco avvenuto nella giornata di giovedì 7 dicembre 2023 alla Basilica di San Marco a Venezia, che ha praticamente accesso l’ennesimo dibattito politico in Italia sulla tutela del patrimonio artistico e l’azione italiana sulla crisi climatica.
Cosa rivendica Ultima Generazione?
Ultima Generazione, ormai da settimane, rivendica il Fondo riparazione per le conseguenze legate alle emergenze climatiche. Si tratterebbe di una cifra intorno ai 20 miliardi di euro, che aiuterebbero lo Stato – secondo i volontari – ad affrontare le sfide climatiche del nostro secolo e che minacciano gravemente il nostro pianeta.