Si è svolta nei giorni scorsi a Palermo la cerimonia per l’assegnazione del prestigioso premio “Nadia Toffa”. Nella sezione giornalismo d’inchiesta a vincere è stato il libro “Ciccio e Tore: il mistero di Gravina” scritto da Mauro Valentini e Luciano Garofano.
Mauro Valentini, scrittore affermato residente a Pomezia, ha vinto il “Premio Nadia Toffa 2023” intitolato alla memoria della giornalista de “Le Iene” scomparsa il 13 agosto 2019 a soli 40 anni e dedicato ad autori di libri editi, inediti, inchieste. Valentini, insieme a Luciano Garofano, già comandante dei RIS di Parma e Generale dei Carabinieri, ha ripercorso nel libro una delle pagine più controverse della cronaca italiana, ovvero il caso dei due fratellini Francesco e Salvatore Pappalardi di 13 e 11 anni scomparsi nel 2006 e ritrovati senza vita due anni più tardi.
All’interno del testo la vicenda viene ricostruita non solo attraverso i documenti dell’attività investigativa, ma anche grazie al racconto di Filippo, papà dei fratellini, innanzi tutto vittima come padre e poi protagonista di uno dei più clamorosi errori giudiziari italiani. Arrestato nel 2007 è stato definitivamente scagionato soltanto nel 2016. “Un uomo la cui esperienza mi aveva lasciato dentro tanta amarezza”, ci aveva detto Valentini al momento dell’uscita del libro: è anche per lui che aveva deciso di scrivere “Ciccio e Tore”.
Intervista a Mauro Valentini, vincitore del premio Nadia Toffa 2023 e di un riconoscimento speciale per il giornalismo d’inchiesta
Intervistiamo Mauro Valentini, uno dei due autori di “Ciccio e Tore – Il mistero di Gravina”, in passato giornalista anche della nostra testata con la Direttrice Maria Corrao. Valentini, oltre al premio condiviso con Garofano, ha ricevuto anche un riconoscimento speciale per il giornalismo d’inchiesta.
Ti aspettavi di ottenere questo riconoscimento così importante?
“Io e il Generale Luciano Garofano ci speravamo. Perché il lavoro che abbiamo svolto per lo sviluppo di questo libro ci ha resi orgogliosi, non solo per aver narrato con dettaglio e rispetto una dolorosissima vicenda come quella di Ciccio e Tore ma anche per aver dato voce a un uomo, il papà dei bambini, travolto da una accusa e da un arresto che da innocente, come poi si è stabilito, lo ha segnato per sempre”.
A chi è andato il primo pensiero una volta saputo della vittoria?
“Proprio a lui, al papà Filippo Pappalardi. E poi alla nostra collega Nadia Toffa. Perché aver anche solo con un premio accostato il nostro nome a Lei ci ha commosso”.
L’omertà nel caso di Ciccio e Tore
Veniamo al libro. “Ciccio e Tore”, 17 anni dopo. Oltre all’immenso dramma umano per la morte dei fratellini chiaramente, qual è stato secondo te l’aspetto peggiore di tutta questa vicenda?
“L’omertà. Il centro di questa tragedia nasce e si perpetua con questa assurda omertà. Nasce perché noi siamo certi che quel pomeriggio i bambini in quel luogo dove trovano la morte non erano soli ma anzi crediamo che fossero in tanti. E da subito nessuno ha chiamato i soccorsi, forse per paura di raccontare cosa fosse successo. Erano probabilmente solo ragazzi, quelli che erano con Ciccio e Tore, ma questo silenzio assordante che è continuato anche dopo l’ingiusto arresto del papà Filippo, evidentemente è stato in qualche modo aiutato dalla complicità di qualche adulto. Che ancora rimane in silenzio”.
In tal senso di chi furono, a tuo avviso, in base al grande lavoro di controinchiesta che avete svolto, le maggiori responsabilità?
“In primis di chi non ha chiamato subito i soccorsi. Sappiamo ora che se allertati con velocità, Ciccio e Tore si sarebbero salvati. Ma poi non possiamo tacere i grandi errori investigativi a tutti i livelli che hanno accentrato i loro sospetti solo su Filippo non riuscendo a far altre ipotesi, complice anche quel “pregiudizio” che da subito si era alzato nei confronti di un padre per via delle dispute legali per l’affidamento in via esclusiva dei figli che lui stesso aveva ottenuto ai danni della ex moglie. Un pregiudizio quindi, che ha escluso ogni giudizio sereno sui fatti”.
Un messaggio di speranza
Il vostro lavoro è un messaggio di speranza anche per il papà di Francesco e Salvatore? E’, cioè, la “prova” che si può ancora scoprire la verità sebbene a distanza di così tanti anni?
“Sì. Lo ripetiamo con forza. Noi siamo convinti che la verità sia a portata di mano. Chiediamo con decisione alla Procura di Bari, insieme a Filippo Pappalardi e alla sua straordinaria avvocata Maria Gurrado che ci ha aiutato in questa inchiesta, di riaprire il caso, perché saper cosa è accaduto veramente a quei due ragazzini innocenti può restituire come hai detto tu speranza, non solo a Filippo e a chi amava Ciccio e Tore, ma anche ai tanti che ancora sperano nella Giustizia nei tanti casi insoluti e dimenticati di cronaca nera che conosciamo”.
I progetti futuri
L’uscita di questo libro era arrivata per te in un momento particolare della carriera dato che aveva deciso di prendersi una pausa dai casi di cronaca per dedicarsi ai romanzi di fantasia. Continuerai allora in questa direzione? Quali sono i suoi progetti futuri?
“Vero, avevo deciso di chiudere con l’inchiesta pura e ho anche trovato molto riscontro, per la generosità di chi mi ha letto, nel romanzo. Ma ci sono storie che hanno bisogno di esser evocate. E non posso escludere di poter tornare a toglier polvere ad altri fascicoli processuali per raccontare cosa non è andato per il verso giusto in altre tragedie senza Giustizia. Magari ancora una volta con il Generale Luciano Garofano”.
Il libro “Ciccio e Tore – Il Mistero di Gravina” di Mauro Valentini e Luciano Garofano
Francesco detto Ciccio, 13 anni, e Salvatore Pappalardi detto Tore, di due anni più piccolo, scompaiono il 5 giugno 2006 dal centro di Gravina, borgo pugliese dell’alta Murgia. I due fratellini erano usciti nel pomeriggio per giocare con gli amici. Per lungo tempo il destino dei due ragazzi rimane un mistero destinato a non trovare soluzione, ma un anno e mezzo dopo, nel novembre del 2007, arriva il colpo di scena: viene arrestato Filippo, il padre dei due ragazzi. Secondo gli inquirenti è stato lui a uccidere i figli e a nascondere i corpi. Sembra tutto risolto, quando nel febbraio del 2008 un evento cambierà completamente gli eventi. Un ragazzino di 12 anni precipita nel pozzo di un casolare abbandonato noto come “la casa delle cento stanze”. L’adolescente viene tratto in salvo ma viene fatta una scoperta inquietante. In quel pozzo ci sono infatti cadaveri semi mummificati di due ragazzini: e sono proprio Ciccio e Tore.
Luciano Garofano
E un biologo e accademico italiano di fama internazionale. Già comandante dei RIS di Parma, Generale dei Carabinieri in congedo, è docente universitario e consulente tecnico per l’Autorità Giudiziaria e gli studi legali. È inoltre presidente dell’Accademia italiana di Scienze Forensi e Cavaliere Ufficiale al merito della Repubblica Italiana. Consulente per serie televisive di successo (RIS- Delitti imperfetti) e di programmi televisivi di approfondimento (Quarto Grado) ha già pubblicato molti libri con Rizzoli tra cui: Il processo imperfetto – La verità sul caso Cogne (2009). Uomini che uccidono le donne (2011). Mentre per Infinito edizioni ha scritto tra gli altri: La falsa Giustizia (2019) e Il giallo di Marina (2022).
“Questo libro vuole essere un invito alla riflessione per l’Autorità Giudiziaria di Bari e per tutti coloro che direttamente ed indirettamente furono coinvolti in questa tragica vicenda, come inquirenti o come protagonisti. C’è una verità che, nonostante il tempo trascorso, è tuttora individuabile negli Atti a disposizione e può essere ancora scritta se si avrà la volontà di riaprire le indagini. E’ la mia speranza ed è quella di Filippo Pappalardi che non chiede nulla di più se non conoscere cosa avvenne realmente quella maledetta sera del 5 giugno 2006″, dice Luciano Garofano.
Mauro Valentini
E’ un noto giornalista e scrittore di Pomezia. Nel 2020 con Armando Editore è stato tra i primi dieci libri più venduti in Italia con Mio figlio Marco – La verità sul caso Vannini scritto con Marina Conte. Sempre per Armando ha pubblicato, tra gli altri: Mirella Gregori – Cronaca di una scomparsa, Marta Russo – Il Mistero della Sapienza. Con quest’opera ha vinto il premio letterario Costa d’Amalfi 2017 e si è classificato secondo al Premio Piersanti Mattarella 2019. Nel 2022 ha pubblicato il suo secondo romanzo: Cesare (Come Quando Fuori Piove) con cui ha vinto il premio Giallo al Centro. E’ autore anche di Lo chiamavano Tyson. Per quanto riguarda “Ciccio e Tore”, il testo aveva già ottenuto nel luglio scorso il premio Garfagnana in giallo nella sezione “true crime”.
Dichiara Mauro Valentini: “Con questo libro abbiamo riportato simbolicamente fuori da quel pozzo i due fratellini, vittime due volte, prima della caduta e poi dell’abbandono da parte di chi poteva chiamare i soccorsi e non lo ha fatto…Volevamo restituire dignità a un padre: Filippo, accusato ingiustamente del delitto più atroce che si possa immaginare e anch’egli vittima prima della perdita di due figli adorati e poi della stessa omertà di qualcuno che non ha mosso un dito neanche quando per lui si erano aperte le porte del carcere. Un’opera di ricostruzione della memoria familiare, oltre la grande opera di controinchiesta, un libro che abbraccia e condivide il desiderio che verità di tutti quelli che in Italia, e sono tanti, hanno voluto bene a Ciccio e Tore”.