La sicurezza dei pedoni che attraversano nella Capitale è a rischio costante. Le trasgressioni al codice della strada dei romani sono continue, parlano i numeri: da inizio 2023 si contano 179 morti per incidenti stradali, di cui 38 erano pedoni. Una stima su cui ora interviene anche il comando della polizia di Roma Capitale con un servizio che sta prendendo piede in questi giorni, atto a sanzionare pesantemente chi infrange le regole sulla pedonalizzazione.
Muniti di abiti civili, senza dare nell’occhio, con scanner o taccuino ben nascosti, cinque pattuglie di vigili urbani a Roma si sono appostati in queste ore a incroci, strisce pedonali, uscite nei pressi dei centri commerciali, e ancora fermate dei bus e svincoli dalle uscite delle linee metro. Il risultato è spiazzante: la polizia ha elevato 970 verbali in una sola settimana.
A Roma 175 “zone a rischio” per i pedoni
Sia che si parli del Centro, sia di vie consolari, incroci o aree periferiche, a Roma gli automobilisti tendono a virare dritto quando a bordo strada ci sono persone intente ad attraversare. È quanto hanno rilevato soprattutto gli agenti del gruppo Tiburtino e Nomentano, incaricati di pattugliare tutta la Capitale, in particolare le aree capillari perché ad alta intensità di persone e traffico.
Le sanzioni sono salatissime per chi trasgredisce: si va dai 116 ai 167 euro di multa, sempre se si salda la multa entro i cinque giorni concessi. Se da una parte la responsabilità dipende dai conducenti, dall’altra anche il Comune contribuisce alla sicurezza stradale identificando dei “punti sensibili” per le strade di Roma, dove bisognerebbe migliorare la segnaletica, i percorsi delimitati e i sensori elettronici. Si parla di almeno 175 “black point”, così sono state identificate dalle amministrazioni capitoline.
Inquinamento atmosferico e disagi psicologici: uno studio dimostra l’incidenza del traffico sulla salute
Mentre Roma è vittima del suo stesso traffico veicolare, una ricerca del dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio dimostrerebbe che migliorare la qualità dell’aria nella Capitale contribuirebbe alla riduzione dell’incidenza delle patologie di natura psicologica nelle persone del 30%.
Stando al team di ricerca, con a capo la Dott.ssa Federica Nobile, gli alti livelli di inquinamento atmosferico a Roma sarebbero infatti strettamente collegati a disturbi come schizofrenia, ansia e depressione. I risultati sono stati ottenuti approfondendo le cartelle cliniche di persone adulte che vivevano a Roma nel 2011, studiando poi la loro condizione sanitaria negli 8 anni successivi. Sono stati presi poi in analisi fattori sociologici come la condizione di povertà, la disoccupazione e il livello di istruzione, dimostrando che una città con un’impronta ecologica favorisce anche il benessere dei suoi cittadini.