Natale con Emergency, abbiamo passato una giornata con i volontari di Roma: come funzionano le raccolte fondi e perchè fanno la differenza.
Il conto alla rovescia per le feste è cominciato, ma c’è chi sceglie di avvicinarsi a questo periodo particolare in altro modo. Non solo alberi e pungitopo, panettone o pandoro, ma anche tanta solidarietà. Questo – in Italia e non solo – è un periodo particolare: donare diventa importante, ma c’è sempre uno scoglio da arginare. La ritrosia e lo scetticismo: non è (solo) questione di egoismo, ma anche e soprattutto motivo di diffidenza.
Molti vorrebbero dare un aiuto concreto, ma non sanno quanto e dove possono spingersi. Sotto l’albero le organizzazioni pronte a darsi da fare restano tantissime, non solo sul territorio romano. Proprio per questo indicare una via giusta è sempre difficile, per capirlo bisogna toccare con mano alcuni meccanismi che sembrano scontati e automatici ma non lo sono affatto. Per questo siamo andati nello shop Emergency di via IV Novembre a Roma, ci hanno accolto con un sorriso, ma non è l’unica cosa che ci hanno mostrato.
Natale con Emergency, sotto l’albero con chi ha più bisogno
I volontari operano per consentire la raccolta fondi nella maniera migliore. L’iniziativa “Natale con Emergency” prevede diversi possibili regali da acquistare. Ciascun regalo equivale a una donazione. Il punto è proprio questo: i potenziali donatori sono numerosi, ma spesso si fermano sulla porta chiedendosi quanto e se sia effettivamente concreto il loro aiuto. Allora abbiamo parlato senza remore con chi potesse darci la risposta migliore, lontano da giri di parole e manierismi.
Quella persona, per quanto riguarda Emergency, è Giuditta Gerra: volontaria Emergency Roma e coordinatrice dell’infopoint e dello spazio Natale. Lei fa questo da moltissimo tempo, abbastanza per spiegarci in maniera chiara e dettagliata quali sono gli obiettivi e i processi di raccolta dell’organizzazione umanitaria. La premessa necessaria è quella che dovrebbero conoscere tutti, ma è sempre bene ribadire: “L’organizzazione si adopera da anni per garantire il diritto alla cura in Italia e non solo. Le zone sono principalmente quelle colpite dalla guerra e con una importante soglia di povertà”. Insomma Emergency fa proprie le parole del fondatore Gino Strada che diceva, senza mezzi termini, che la cura dev’essere un diritto di tutti. Altrimenti, se non è così, diventa un privilegio.
Nello specifico, questo Natale, sono tanti gli impegni che Emergency porta avanti: “A rendere speciale il Natale non solo le più di 70 proposte regalo con il logo di EMERGENCY, dalla classica tazza fino all’agenda, ma anche tanti prodotti provenienti dai Paesi in cui l’associazione lavora o da realtà solidali che collaborano con la Ong. Tra queste cooperative solidali che garantiscono il rispetto dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori come ad esempio Musizi Joy, dove persone che abitano gli slum di Kampala creano decori per il Natale. Dall’Afghanistan, monili di lapislazzuli, tessuti preziosi, borse, sciarpe e il tradizionale orsetto prodotto da una cooperativa di donne vulnerabili”.
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Come funzionano le raccolte fondi
Ma come funzionano le raccolte fondi? Una volta acquistato un prodotto, i soldi dove vanno e soprattutto a chi? Giuditta Gerra, in esclusiva al Corriere della Città, è stata chiarissima: “Abbiamo aperto lo shop il 23 novembre (lo shop), le vendite sembrano andare molto molto bene. Emergency può contare sempre sull’affetto e il sostegno della gente. Ormai ci conoscono. Si può anche regalare, per dire, la sostituzione di una valvola cardiaca in uno dei nostri centri cardioperatori. Siamo lì dalla mattina dalle 11 alle 19.30, tutti volontari. Ci alterniamo per offrire consulenze. Ogni oggetto che noi vendiamo in realtà è una storia: la merce proviene dai Paesi dove abbiamo gli ospedali, quindi si possono trovare oggetti, tessuti che vengono dall’Afghanistan. Altri che vengono dal Sudan. Ogni oggetto ha una storia, anche quello che non sembrerebbe averne”.
Poi sulle donazioni toglie ogni dubbio: “Il ricavato dei negozi di Natale, che sono 19 in tutta Italia, quindi quasi uno in ogni regione, è interamente destinato al sostegno dei progetti. Al netto, naturalmente, di alcune piccole spese di gestione che ci sono. Il prodotto dei negozi va nei Paesi dove Emergency già opera. Quindi dove già ha ospedali, all’estero ma anche in Italia perchè anche sul territorio nazionale abbiamo diverse attività. Questi soldi andranno in Sudan, andranno in Uganda, andranno in tutti i Paesi dove noi in questo momento operiamo. In più scegliamo quelle strutture dove c’è un forte bisogno, ad esempio in Sudan (se proprio vogliamo nominare un progetto) perchè la situazione attuale è di guerra civile. Allora vengono meno i fondi che il governo sudanese versava a contribuzione degli ospedali. Quindi c’è ancora più necessità, magari, di convogliare lì delle cifre maggiori”.
La testimonianza dei volontari: il punto di Giuditta Gerra
Un appunto anche sull’impegno di Emergency sulla Striscia di Gaza: “La posizione di Emergency è quella di una netta contrarietà a ogni tipo di guerra, Emergency non fa distinzione di vittime. Le vittime di una guerra sono tutti. Anche in questo caso, pur condannando quel che ha fatto Hamas, l’organizzazione umanitaria chiede però che si fermi la guerra. Un immediato cessate il fuoco, lo chiediamo in maniera permanente, un appello condiviso. Al di là delle armi devono valere gli accordi politici, affinché si arrivi attraverso le parole e non attraverso le armi – che generano soltanto morti – a una soluzione della situazione. In questo momento Emergency opera nei Paesi dove viene chiamata. La situazione attualmente lì è molto difficile da gestire e non possiamo (per adesso) sapere se ci siano degli interessamenti delle istituzioni e trattative in proposito. In questo momento noi stiamo sostenendo in prima linea gli appelli per il cessate il fuoco”.
In conclusione le aspettative sul lavoro e il futuro di Emergency: “Il lavoro di Emergency non si ferma; gli spazi sono attrezzati come negozi, però cessato Natale diventano infopoint. Quello dove siete stati stamattina è aperto tutto l’anno a Roma ed è gestito da volontari per tutto l’anno. È un luogo dove puoi comprare le cose di Emergency, ma si fanno anche eventi e manifestazioni in favore della cultura di pace perchè è qualcosa che deve andare avanti tutto l’anno”. Insomma, donare è possibile (non solo a Natale). Ancora meglio se in maniera consapevole. L’organizzazione umanitaria ideata da Gino Strada resta un riferimento in tutta Italia anche per il lavoro di cooperazione e volontariato che prosegue incessantemente. C’è sempre bisogno di una mano tesa e presente. Emergency non finisce di ricordarlo attraverso semplicità, cultura, immediatezza e condivisione.