Un drammatico caso di violenza sessuale su una dodicenne ha portato a processo MA., un cinquantenne maestro di salsa residente a Roma, amico della madre della giovane vittima. I fatti, risalenti al 2017 e al 2018, sono emersi durante l’udienza, rivelando una serie di abusi perpetrati all’interno della cerchia familiare.
I messaggi sessualmente espliciti alla dodicenne di Roma
L’accusato, instaurando una fiducia reciproca con la madre della vittima, aveva accesso regolare alla casa della famiglia e si offriva di prendersi cura delle tre sorelle, anche in assenza della madre. Ciò ha fornito l’opportunità per attuare molestie e proposte indecenti nei confronti della più giovane, psicologicamente più vulnerabile. Uno degli episodi chiave è emerso durante un’estate di qualche anno fa, quando l’accusato si era offerto di posizionare una piscina gonfiabile sul balcone del suo appartamento. Tuttavia, dietro la facciata di gentilezza si nascondevano messaggi scabrosi tra l’imputato e la giovane vittima, nei quali proponeva giochi indecenti.
Le molestie subite dalla dodicenne
Durante l’udienza, la madre della bambina non ha potuto trattenere le lacrime, sconvolta dal tradimento della fiducia in un amico di famiglia. L’ex marito, padre delle bambine, ha riferito di non aver mai controllato il telefono della figlia, ma è stato informato dalla stessa della terribile situazione vissuta con l’imputato. Il culmine degli abusi si è verificato la sera del 7 gennaio 2018, quando l’accusato, rimasto solo con le bambine e la babysitter, si è introdotto nel letto della minore molestandola. La bambina è riuscita a respingerlo, chiamando la babysitter e avvertendo la madre dell’accaduto. Le donne hanno dovuto chiedere più volte all’uomo di andarsene, mentre erano ignare delle vere intenzioni di quest’ultimo.
I video pedopornografici mostrati alla ragazza di Roma
Alcuni mesi prima, durante l’estate del 2017, l’accusato aveva mostrato alla bambina video pornografici crudi e violenti, causando traumi che si sono manifestati attraverso autolesionismo. La famiglia ha denunciato l’accaduto dopo che la bambina è stata portata da uno psicologo e si sono accorti dei segni di autolesionismo. Il processo prosegue con la presentazione di prove, testimonianze e il difficile racconto della famiglia, mentre la comunità esprime sgomento e indignazione per questo tragico caso di abuso su una minorenne.