Una busta con dentro un proiettile e una scritta: ‘Questo e uno dei 6 che ficchiamo in testa al giornalista b*** e pezzo di m**’. È stata Controcorrente Lazio a rendere noto, tramite i canali social, il contenuto di una busta, al cui interno è stata trovato un proiettile accompagnato da un biglietto di minaccia a un giornalista. Busta recapitata nella sede del sindacato cronisti romani questa mattina.
Il Sindacato: ‘Un attacco alla libera stampa’
Ed è lo stesso sindacato che denuncia la vicenda sottolineando: “Un atto intimidatorio molto grave, che non deve lasciare indifferente nessuno. L’arrivo di una busta, contenente un proiettile e delle minacce rivolte a un collega, nella sede del Sindacato cronisti romani rappresenta un pesante attacco alla libertà di stampa e una grave intimidazione”.
Rabbia e anche disappunto nei confronti di un gesto che minaccia non solo un professionista, ma la libertà di fare e ricevere informazione. “Le minacce ai giornalisti, che si registrano ormai regolarmente e nelle forme più varie – scrive nel post sui social Controcorrente -, assumono contorni sempre più pesanti e preoccupanti. Si tenta così di impedire che l’opinione pubblica possa formarsi liberamente un’opinione avendo la conoscenza dei fatti e gli strumenti critici per interpretarli”.
L’invito alle istituzioni a non sottovalutare l’accaduto
Un fatto grave sul quale vengono chieste risposte. “Ci aspettiamo che – sottolineano i giornalisti che fanno capo al sindacato – quanto accaduto non sia sottovalutato dalle istituzioni che devono vigilare sulla sicurezza dei cittadini e sulla difesa dei cardini della democrazia, com’è la libertà di ricerca ed elaborazione delle notizie dei giornalisti”.
La solidarietà dei colleghi al giornalista vittima delle minacce
Immancabilmente le giornaliste e i giornalisti di Controcorrente Lazio esprimono: “Piena solidarietà al collega minacciato e al Sindacato cronisti romani. Auspichiamo che le Forze dell’ordine chiariscano al più presto i contorni della vicenda e che vengano individuati e puniti i responsabili di questo grave atto”.