Dopo l’inchiesta sulla sicurezza fuori dalle fermate della Roma-Lido, oggi ci soffermiamo sullo stesso aspetto, ma all’interno delle stazioni di Roma. Un quadro ugualmente tragico troviamo, soprattutto fuori dalle strutture ferroviarie più piccole della Capitale: quelle per intenderci che, essendoci Termini o Tiburtina, non fanno notizie sui giornali. Dello spinoso argomento, oggi ne parliamo con Ezio Favetta, Segretario Nazionale dell’UGL Ferrovieri.
La situazione delle stazione ferroviarie di Roma: parola ai ferrovieri
Signor Favetta, che situazione vivono oggi le stazioni di Roma?
Ezio Favetta – Come leggiamo anche dai giornali, la situazione è d’insicurezza. Un problema che vede protagoniste soprattutto Termini e Tiburtina, che evidenziano notevoli disagi soprattutto fuori dai locali ferroviari. Oggi, andare in questi posti dopo una certa ora del tardo pomeriggio, è oggettivamente pericoloso.
Che situazione vivono le piccole stazioni di Roma, che non trovano molto spazio sulle cronache?
Ezio Favetta – Il grande problema si trova in queste sedi. Qui il personale delle ferrovie non c’è quasi più, il controllo pure è scarso. Nonostante da qui passino ugualmente treni regionali e pendolari, questo stato delle cose favorisce ormai un’aggressione abituale all’interno di questi spazi. Aggressioni che toccano anche il personale ferroviario.
Il problema delle aggressioni ai ferrovieri nelle stazioni romane
Sul piano delle aggressioni al personale ferroviario, qual è la situazione a Roma?
Ezio Favetta – Sul piano delle aggressioni fisiche, i dati in nostro possesso dicono che sono calate. Ci sono poi quelle verbali, che noi abbiamo come “violenze basse”, che spesso però il personale neanche denuncia: principalmente perché, dopo il lavoro, dovrebbe impiegare altro tempo per segnalare alle forze dell’ordine la vicenda.
Quali sono oggi i treni più problematici nella nostra zona?
Ezio Favetta – Sicuramente i maggiori problemi li troviamo sui regionali, come ben possono testimoniare i colleghi che ci lavorano sopra. Sull’Alta Velocità, al contrario, troviamo una situazione residuale.
L’azione della Polfer nelle strutture ferroviarie di Roma
La Polfer come sta agendo su queste vicende?
Ezio Favetta – La Polfer rispetta un protocollo, che però risponde a un’Italia degli Anni ‘80. Oggi loro hanno un problema con la carenza di personale, che poi consegue a tutta una serie di disagi sulle linee su ferro. Come UGL Ferrovie, in tal senso, abbiamo proposto una nuova cabina di regia sull’argomento.
Che compito avrebbe questa cabina di regia?
Ezio Favetta – Tale coordinamento serve sia a livello nazionale, che a livello regionale. Serve un tavolo che riunisca i sindacati dei ferroviari, l’azienda e la Polfer: queste realtà devono discutere delle linee ferroviarie più pericolose attualmente.
Le stazioni problematiche sul territorio di Roma
Oggi gli orari maggiormente problematici in una stazione, quali soni?
Ezio Favetta – Sicuramente le fasce notturne e dell’alba, nello spazio tra le 3.30 e le 5.30. Qui dovrebbe esserci un maggiore controllo, soprattutto nelle aree esterne delle stazioni: pensiamo ai cambi turno, con i colleghi che staccano e si trovano magari fuori da una stazione desolata e con una totale presa di coscienza di come lì manchi il controllo in quegli orari.
La stazione più difficile di Roma, secondo lei, oggi qual è?
Ezio Favetta – Senza troppi problemi, le parlo della stazione di Salone. La stazione fantasma, considerato come nessuno ci parcheggia neanche più per la vicinanza al campo nomadi, che praticamente è attaccato alle banchine. Qui, si figuri, non sale più nessuno per questa situazione. Ugualmente problematica, e se ne parla poco, anche la fermata di Lunghezza. Poi una menzione, per rimanere ancorati alla tematica, anche la stazione di Tiburtina.
C’è un problema nelle stazioni delle frazioni cittadine?
Ezio Favetta – Posso confermarlo. Qui capita di essere infastiditi durante i viaggi sulla linea regionale, con borseggiatori che si muovono agevolmente proprio per il poco controllo.