Sotto il cielo di Piazza Montecitorio, cuore politico italiano, due coraggiose animaliste di Ribellione Animale hanno intrapreso un gesto di protesta diretta venerdì 24 novembre. Con uno striscione eloquente che recita “STOP SUSSIDI AGLI ALLEVAMENTI”, le attiviste si sono incatenate alle transenne circostanti, mentre una terza compagna si è coperta di pittura rossa in segno di denuncia.
La protesta delle animaliste sotto Montecitorio
L’azione mira a evidenziare il collegamento tra la violenza di genere e quella sugli animali, focalizzandosi sugli allevamenti dove le femmine di altre specie vengono sfruttate per la carne, l’ingravidazione artificiale e la produzione di latte e uova. In occasione della giornata contro la violenza patriarcale del 25 novembre, le attiviste ritengono essenziale richiamare l’attenzione sulla similitudine e l’importanza tra le violenze subite dalle donne umane e quelle inflitte alle femmine animali.
Una protesta per salvare la vita degli animali
Con più di 70 miliardi di animali terrestri uccisi annualmente, le attiviste sottolineano come questa pratica non solo metta a rischio la vita degli animali, ma influenzi anche negativamente la vita degli esseri umani. La filiera zootecnica italiana, responsabile di una delle aree più inquinate d’Europa, è accusata di privilegiare il profitto a discapito della sicurezza alimentare e climatica.
La campagna “Futuro Vegetale”
La protesta si colloca nel quadro della campagna nazionale “Futuro Vegetale” iniziata il 31 marzo, la quale promuove una transizione verso un sistema alimentare a base vegetale. Le richieste al governo italiano includono la rimozione dell’IVA al 22% sui prodotti vegetali di prima necessità e la sospensione dell’apertura e dell’ampliamento di nuovi mattatoi e allevamenti. Queste misure, sostengono le attiviste, consentirebbero di redistribuire i sussidi attualmente destinati all’industria zootecnica verso una transizione agroecologica delle aziende italiane.
L’azione di Ribellione Animale
“Il femminismo dev’essere una pratica intersezionale e non antropocentrica”, afferma Marisofia, attivista di Ribellione Animale. “Deve contrastare tutte le ingiustizie e le violenze sui corpi femminili indipendentemente dalla specie di appartenenza. Se non smetteremo di uccidere gli animali non umani, i femminicidi non smetteranno di esistere, perché la violenza è sempre la stessa.”