I tassisti non placano la loro protesta, nel mirino l’Antitrust: La polemica degli autisti sulle recenti decisioni in merito alle licenze.
I tassisti non si fermano. Continua la protesta degli autisti: in principio è stata la volta del Comune di Roma, poi gli attacchi a Uber. Tutto con una finalità: rivedere la questione legata alle licenze e ai contratti. La situazione sembrava essere migliorata con il Dl Asset e i sostituti alla guida, ma resiste una complicazione legata al numero di vetture disponibili.
Oltre a questo ci sono una serie di fattori che vanno compresi e gestiti in maniera diversa, secondo le unità sindacali di base che ora si scagliano contro l’AgCom. Nello specifico, l’Antitrust è al centro della nuova protesta: martedì 28 novembre i tassisti di Roma e non solo saranno sotto la sede centrale AgCom in piazza Verdi per dare seguito alla protesta contro la segnalazione dello scorso 3 novembre che voleva le città di Napoli e Roma con pochi taxi e nuove licenze.
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Tassisti contro l’Antitrust: la protesta sotto la sede AgCom
Gli autisti smentiscono categoricamente questa condizione, in particolare coloro che fanno parte del Sindacato di Base (Usb). A tal proposito è stato chiesto un incontro chiarificatore. I termini della protesta sono in relazione al fatto che, secondo le organizzazioni sindacali, la fonte interposta per arrivare a una simile deduzione (che servono maggiori licenze) sia sbagliata. “Chiedere alle piattaforme se gli bastano i taxi che spremono – fanno sapere i promotori della protesta – è come chiedere all’oste se è buono il vino. Il confronto deve esserci con le organizzazioni sindacali”.
Restano, poi, da chiarire altre questioni come quella relativa alle corse inevase dei mesi scorsi e alla rigidità delle turnazioni. Il dissenso viaggia su corsie diverse – per usare un termine automobilistico – ma mantiene sempre una discreta velocità di crociera. Il “viaggio” verso una gestione del lavoro condivisa sembra essere ancora lungo.