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Sequestra e violenta una 17enne conosciuta in discoteca: buttafuori di Pomezia condannato a 16 anni

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sequestrata e violentata da un buttafuori di pomezia

Per il buttafuori di Pomezia accusato di sequestro di persona e violenza sessuale di una 17enne del viterbese è arrivato il pronunciamento della Corte di Cassazione che ha confermato la condanna a 16 anni di reclusione. L’allora 19enne aveva conosciuto quella che sarebbe diventata la sua vittima in una discoteca di Roma, mentre stava lavorando.  Da quel momento sarebbe iniziato un incubo per la ragazza finito con la violenza sessuale ripetuta e tanto di foto fatte girare sui social.

Il buttafuori ha raggiunto la 17enne a casa, poi le violenze 

Una simpatia reciproca, una chiacchiera e forse per la 17enne era finita lì in quella serata di svago in discoteca. Ma così non è stato. Qualche giorno dopo il buttafuori l’aveva rintracciata su Instagram e contattata, arrivando al punto di raggiungerla a casa e presentarsi ai suoi familiari come il fidanzato. Un approccio anche simpatico se non fosse che subito dopo l’incontro in un bar l’ha costretta a seguirlo in un Bed and Breakfast dove l’ha malmenata e violentata ripetutamente. Sarebbero, poi, seguiti altri incontri, sempre violenti, sempre con abusi.

La vittima aveva taciuto per paura delle minacce ricevute dal 19enne

La 17enne ha continuato la sua vita regolarmente, senza dire niente di quello che le stava succedendo. Ma i genitori hanno visto i segni delle botte sul suo corpo, le cicatrici delle sigarette spente sulle gambe e sulle mani e le hanno iniziato a fare domande alle quali, la ragazza alla fine ha risposto. Lei era terrorizzata, per questo non voleva rivelare cosa le stava capitando. Aveva paura delle minacce ricevute dal ‘fidanzato’ che l’aveva avvertita che qualora avesse parlato avrebbe avuto conseguenze serie, visto che il padre, essendo un personaggio importante, l’avrebbe potuta rovinare.

Le indagini che hanno portato a scoprire il sequestro e le violenze

Ai familiari della 17enne si è infranta l’immagine del bravo ragazzo che il 19enne era riuscito a costruire. I genitori hanno capito non solo dal racconto della figlia, ma anche da un’intemperanza del giovane che li aveva aggrediti facendo scattare la denuncia che aveva innescato le indagini che hanno portato alla luce la verità fatta di abusi, violenza e sequestro di persona. Accuse pesanti per le quali è stato condannato con sentenza diventata definitiva dalla Cassazione.

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