Roma. Codice Rosso. La Polizia di Stato, al termine di un’indagine coordinata dalla Procura di Roma, ha eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal GIP a carico di un uomo gravemente indiziato di atti persecutori nei confronti dell’ex compagna. Lo stesso non dovrà avvicinarsi alla vittima ed il controllo verrà effettuato con il braccialetto elettronico.
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Una donna perseguitata e minacciata dall’ex compagno a Roma
Nella settimana che si concluderà con la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, la Polizia di Stato, parallelamente all’attività di prevenzione ed informazione – realizzata attraverso le tappe del camper del progetto “…questo non è amore”, che presenzierà in vari quartieri della capitale, porta avanti senza soluzione di continuità l’attività di polizia giudiziaria volta al contrasto di questi odiosi reati.
L’ultimo fatto è stato seguito dagli agenti del commissariato Vescovio. Proprio in quegli uffici si è convinta ad andare una donna alla quale l’ex compagno, con minacce tramite mail, messaggi, bigliettini, con appostamenti e danneggiamenti all’auto, ha fatto cambiare le proprie abitudini di vita, obbligandola a rifugiarsi anche in case di amiche e conoscenti.
Applicata la cosiddetta operazione ‘codice rosso’
I poliziotti, in stretto coordinamento con la Procura di Roma, e seguendo i dettami del cosiddetto ‘codice rosso’, hanno in breve tempo sviluppato una serie di indagini acquisendo così gli elementi con i quali gli stessi PM hanno chiesto ed ottenuto, dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma, l’emissione di una misura a tutela della vittima.
Divieto di avvicinamento e braccialetto elettronico per lo stalker
Sono stati gli stessi poliziotti di via Acherusio a dar seguito all’ordinanza: l’indagato non dovrà avvicinarsi alla ex ed ai luoghi da lei frequentati. Atti persecutori e danneggiamento i reati contestati. Nella stessa ordinanza il GIP ha disposto, sempre a tutela della donna, che l’uomo sia sottoposto a controllo con gli strumenti elettronici, ovvero il “braccialetto”.
Ad ogni modo l’indagato è da ritenere presunto innocente, in considerazione dell’attuale fase del procedimento ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.