Deforestazione, centrali a carbone, interi villaggi sgomberati con la forza, scarti chimici nelle acque, operai bruciati vivi, schiavi bambini, fauna e flora devastate, incidenti mortali. Sono il prezzo nascosto dell’auto elettrica. La rivoluzione verde, infatti, come tutte le rivoluzioni, non è un pranzo di gala. Sarà il tema principale della puntata di Report di domenica 19 novembre 2023. Alla conduzione con il consueto appuntamento di “Report”, Sigfrido Ranucci a partire dalle 20.55 su Rai 3, Rai Italia e su RaiPlay.
L’auto elettrica: rivoluzione o condanna per l’ambiente? Le anticipazioni di Report
La Commissione Europea ha deciso che dal 2035 si potranno vendere solo veicoli elettrici. Bisogna abbattere a tutti i costi le emissioni di Co2 per combattere l’effetto serra. Ma se la transizione avverrà senza tenere in conto i costi umani e ambientali, rischia di essere solo una tinta di verde che copre ogni sorta di abusi. È il tema al centro dell’inchiesta “Scoperta elettrizzante” di Giulio Valesini e Cataldo Ciccolella, collaborazione Eva Georganopoulou, Stefano Lamorgese, che apre l’appuntamento con “Report”, in onda domenica 19 novembre alle 20.55 su Rai 3 e RaiPlay.
La parte più importante di un’auto elettrica è la sua batteria: 500 chili di minerali tra cui nichel, litio, manganese, cobalto, che viaggiano fino a 50.000 miglia nautiche prima di raggiungere la fabbrica in cui saranno trasformati in celle. Non proprio a Km zero. E d’altronde i fornitori di materie prime per ogni singola casa automobilistica sono centinaia: è difficile sapere da dove arrivano e dove finiscono i minerali per i veicoli elettrici, nemmeno il congresso americano è riuscito a farli mappare. “Report” ha deciso di indagare sulla filiera del nichel, un minerale che costituisce il 10% circa del peso delle batterie più performanti, dai 39 ai 43 chili per auto. La troupe di “Report” è finita in Indonesia dove ha potuto documentare quanto poco pulita è la filiera e quanto incide sui diritti umani più basici, a partire dall’accesso all’acqua. Anche nella vicina Germania, la fabbrica di Tesla è al centro di infuocate polemiche per il suo impatto ambientale.
“Tiro a segno”: prosegue l’inchiesta sul consorzio di Valleverde
A seguire, “Tiro a segno”, di Giulia Presutti, torna all’11 dicembre 2022, quando un uomo di nome Claudio Campiti è entrato armato a Fidene nell’assemblea di un consorzio di abitazioni e ha fatto fuoco uccidendo quattro donne. La pistola è risultata di proprietà del Tiro a segno di Roma, il poligono dove Campiti si esercitava regolarmente. Da lì aveva sottratto l’arma circa mezz’ora prima della strage. Ma come? Il regolamento del poligono prevedeva che gli iscritti, anche privi di porto d’armi, noleggiassero la pistola in armeria e percorressero poi in autonomia lo spazio di 247 metri che li separava dalle linee di tiro.
L’assenza di controlli sulle armi è finita sotto la lente della Procura di Roma, che ha ottenuto il rinvio a giudizio anche del presidente e dell’armaiolo del Tiro a segno. Ma chi doveva controllare l’operato del personale del poligono? L’Unione Italiana Tiro a Segno è una federazione sportiva affiliata al Coni, ma sottoposta alla vigilanza del Ministero della Difesa. Per la pubblica sicurezza connessa all’uso delle armi è competente, invece, il Ministero dell’Interno. Hanno vigilato?
Dalle auto elettriche alle sigarette elettroniche con l’inchiesta “Il ritorno al mondo dei puff”
Infine, “Report” torna sulle sigarette elettroniche usa e getta, con l’inchiesta “Il ritorno al mondo dei puff”, di Antonella Cignarale. A differenza delle sigarette elettroniche tradizionali, la quasi totalità delle usa e getta in commercio in Italia non è ricaribile e una volta esauriti i tiri a disposizione la sigaretta monouso va gettata. Dove, però, conferirla correttamente per riciclare i suoi componenti non è neanche chiaro a tutti, né tra chi le usa né tra chi le vende.
Il mercato delle sigarette elettroniche usa e getta è esploso in Italia da più di un anno, ad autorizzare il loro commercio sono i ministeri competenti, ma alcune sostanze che si possono inalare con questi dispositivi elettronici non sono state ancora regolamentate. Report a scopo esplorativo ha voluto analizzarle.